Reggio Focus intervista a tutto campo Marco Eboli, storico esponente della destra reggiana, Coordinatore comunale a Reggio Emilia di Fratelli d’Italia.
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Dalla prima volta in consiglio comunale a Reggio Emilia per l’MSI com’è cambiata la destra sul territorio in questi anni?
È cambiata e sarebbe strano non lo fosse, perché le fasi attraverso le quali la destra è passata da Msi, Alleanza Nazionale ora Fdi non sono state operazioni di facciata, ma di crescita nel consenso e nella proposta politica, nella consapevolezza del proprio ruolo a livello locale, nazionale e internazionale, soprattutto questo è riferito a Fdi e al nostro leader e Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
Quando entrai in Consiglio comunale nel 1984,lo scontro politico era prevalentemente di carattere ideologico con il Pci e gli altri partiti. Ricordo però che io, da subito decisi di concentrare la mia azione politica in Sala del Tricolore dando priorità ai problemi dei cittadini piuttosto che limitarmi ad una testimonianza ideale fine a se stessa, ed i risultati, col tempo, si videro. Nel 1999 fui candidato Sindaco per Alleanza Nazionale, di cui ero anche Presidente provinciale, e Forza Italia.
Che risultato fu ottenuto?
Un risultato complessivo fu rivelante, pari al 28%,il risultato ottenuto da tutto il centrodestra nelle elezioni comunali del 2009,quando ottenemmo il ballottaggio. Alleanza Nazionale ottene circa il 13% e divenne il maggior partito di opposizione con sei consiglieri comunali, un risultato mai raggiunto dalla destra a Reggio Emilia. Purtroppo nel 2019, per una questione di quorum, non ottenemmo nessun consigliere comunale. I due consiglieri che abbiamo ora provengono da altre liste. Nel settembre del 2022,alle elezioni politiche abbiamo intercettato il 21% dei consensi.
Questa breve cronistoria dei risultati elettorali contiene però anche una valutazione politica. La destra, nelle sue varie rappresentazioni politiche è cambiata, restando però fedele a valori fondamentali quali la tutela dell’interesse nazionale, la salvaguardia della famiglia come nucleo fondante della società, la vocazione sociale e interclassista che le consente di ottenere consenso sia dai lavoratori dipendenti e pensionati, sia da commercianti, artigiani e imprenditori.
Il Partito Comunista di allora oggi non esiste più: chi è attualmente il principale avversario politico e perchè?
Certo non esiste più il Pci come il Msi, ma le differenze ideali e programmatiche tra sinistra e destra rimangono ben chiare. Il Pd non a caso viene definito dalla stampa il partito della Ztl ossia quello che, persa ogni capacità di rappresentare le fasce popolari, ottiene maggiore consenso dall’alta borghesia radical chic, mentre al contrario è proprio Fdi ad ottenere maggiori consensi dal ceto medio e popolare.
La sinistra è a favore delle minoranze Lgbt, la destra a favore della famiglia e contro l’utero in affitto, la sinistra stenta ad avere una posizione chiara contro l’invasione russa dell’Ucraina, la destra sostiene la battaglia per la sovranità del popolo ucraino. Tutto ciò conferma che si tratta di due mondi opposti e due impostazioni valoriali diverse. Quella di sinistra, attualmente sconfitta, quella di destra vincente nelle urne e nel comune sentire.
Chi ha governato meglio il territorio negli ultimi 30 anni e perchè?
La nostra città e la provincia sono dal 1946 governate sempre dalla sinistra, pertanto non ha senso fare distinzioni tra Sindaci. Tutti quanti, anche l’unica esperienza del cattolico progressista Delrio hanno seguito quel solco che è poi quello che ci ha portato a perdere progressivamente peso a livello di qualità dei servizi, sociali, dell’infanzia e sanitari, nonché una crescita urbanistica disordinata come la viabilità.
Abbiamo problemi di sicurezza uguali a quelle delle metropoli, si pensi alle baby-gang, presenza consolidata della ndrangheta, nonostante vi sia chi pensa che dopo il processo Aemilia non esista più. La città, deve essere ripensata, non buttando via il bambino con l’acqua sporca, ma con la consapevolezza che la consuetudine col potere della sinistra ha prodotto distanza e mancato ascolto dei bisogni reali dei cittadini. Deve essere compito di Fdi e di tutto il centrodestra fare una seria analisi e presentare adeguate risposte per un nuovo governo del capoluogo e della provincia.
Lei continua ad essere un importate riferimento politico per l’elettorato di centro-destra, cosa le chiede in particolare la gente?
I miei concittadini, di qualsiasi parte politica, perché io dialogo con tutti da sempre, mi chiedono di contribuire a risolvere i problemi che il Sindaco Vecchi e la sua maggioranza di centrosinistra non sono capaci di fare, soprattutto perché non hanno più l’attenzione all’ascolto ma vogliono sempre far calare dall’alto la loro soluzione. Altri, molti, mi chiedono anche un impegno diretto per la città. Su questo aspetto però confesso che sono dubbioso, non perché mi voglia sottrarre ad un’impegnativa battaglia, ma perché avendo fatto opposizione in Sala del Tricolore per trent’anni, sono consapevole dell’importanza e dell’impegno totale che richiederebbe lanciare una sfida per il governo della città. Vi sono questioni personali e familiari che mi inducono ad una seria riflessione.
Fra circa un anno si celebreranno le elezioni amministrative. Se verrà presentato un/a autorevole candidato/a Sindaco per il centrodestra, potrebbe realizzarsi una svolta storica?
Le elezioni amministrative del 2024 a Reggio Emilia ed in trenta comuni della provincia saranno un test fondamentale per Fdi e il centrodestra. Partiamo dagli ultimi e ottimi risultati elettorali delle elezioni politiche del settembre 2022,ma non bastano per pensare di poter vincere.
Dovremo avere molta cura nella scelta del candidato Sindaco a Reggio Emilia, come negli altri comuni e su queste figure costruire squadre e programmi. Come metodo elettorale e politico suggerirei di evitare proclami roboanti e concentrarci sul lavoro. Se saremo capaci di presentare candidati credibili, a partire dal capoluogo, con un profilo di esperienza e affidabilità palese, gli elettori sapranno riconoscere e riconoscersi in una buona e innovativa proposta di governo locale.
Terminato il processo Aemilia, è stato il principale politico ad evidenziare anomalie nella conduzione dell’ufficio di Mescolini dell’inchiesta Aemilia Procuratore capo nonché ex pubblico ministero in quel processo, per i rapporti con la politica di centro sinistra.
Non ho atteso la conclusione di quel processo per evidenziare le anomalie di Mescolini nella conduzione del suo ufficio. Infatti, ricordo che era il 13 agosto del 2020 quando inviai alla stampa una lettera aperta al Procuratore capo Mescolini con la quale, dopo aver riepilogato alcune sue azioni od omissioni, lo invitavo a prendere in considerazione l’ipotesi di dimettersi dal suo ruolo.
Penso sia utile quali furono le mie osservazioni. In primo luogo la decisione di Mescolini di non far partire un avviso di garanzia nei confronti dell’attuale Sindaco Vecchi, nelle settimane che precedettero il ballottaggio nelle elezioni comunali del 2019. Altra questione l’indagine nei confronti di diversi dirigenti comunali accusati per l’ipotesi di appalti non regolari. Ebbene a questi miei dubbi, nel 2021 il Consiglio Superiore della Magistratura ha dato una risposta inequivocabile, trasferendo Mescolini a Firenze, per incompatibilità ambientale, fatto che per me rappresenta la dimostrazione che le “anomalie” che avevo denunciato, solitario nell’agosto del 2020 erano fondate e che invece le accuse che i vertici del Pd, Delrio, Vecchi e molti altri mi rivolsero, ossia di attaccare la Magistratura erano false.
-Marina Bortolani-