Filone bis dell’inchiesta Perseverance: 31 decreti di sequestro per 2,5 milioni di euro. Contestate operazioni a Codeluppi, ex presidente della cooperativa che gestisce l’accoglienza. A darne notizia il Carlino Reggio.
“Si sarebbero rivolti a società riconducibili alla ’ndrangheta per emettere fatture false nei loro confronti e abbattere così il carico fiscale. Tra i 77 indagati dell’inchiesta – coordinata dalla pm della Dda di Bologna, Beatrice Ronchi e condotta da polizia e guardia di finanza – c’è anche Luigi Codeluppi, all’epoca dei fatti contestati presidente nonché legale rappresentante della Dimora D’Abramo, la cooperativa di Reggio specializzata nella gestione e nell’accoglienza dei migranti. Nel mirino delle Fiamme Gialle ci sono nove fatture fra il 2018 e il 2019, inserite nelle dichiarazioni annuali d’imposta, per un importo complessivo di 59.900 euro. Fatture emesse dalla Daara srls, dalla Emil System srls e dalla Ellepi Z. Technology, ritenute dagli inquirenti come le ’cartiere’ della cosca. Codeluppi – seppur a conoscenza di essere sotto indagine – contattato dal Carlino, non ha rilasciato dichiarazioni, così come il suo avvocato Gabriele Gennaccari del foro di Roma”.
La Dimora D’Abramo,è una cooperativa di Reggio Emilia specializzata nella gestione e nell’accoglienza dei migranti. La Finanza ha messo nel mirino nove fatture fra il 2018 e il 2019, inserite nelle dichiarazioni annuali d’imposta, per un importo complessivo di 59mila e 900 euro. Le fatture sono state emesse dalla Daara srls, dalla Emil System srls e dalla Ellepi Z. Technology, ritenute dagli inquirenti le ’cartiere’ della cosca.
Sulla vicenda tuona la Lega attraverso il Capogruppo in Consiglio comunale Roberto Salati: “Si tratta di accuse molto gravi che, se dovessero essere confermate, porterebbero alla luce un inquietante legame tra la più nota cooperativa del territorio che svolge attività nell’ambito dell’ accoglienza e la criminalità ndranghetista. È necessario che venga al più presto chiarito se la Dimora D’Abramo ha operato per meri interessi economici e di profitto, o se invece lo ha fatto animata da sentimenti di accoglienza, inclusività e benessere nei confronti dei migranti. Esprimiamo pertanto piena fiducia nell’operato della magistratura e degli organi inquirenti affinché vengano al più presto chiarite le posizioni di tutti i soggetti ad oggi indagati nell’ambito di questa sconvolgente inchiesta giudiziaria”.