Vorremmo leggere continuamente notizie belle, di buone prassi di cittadinanza responsabile, attiva, attenta all’altro, di fatiche e successi, a prescindere dai contesti.
Ma le notizie recenti – di Correggio, Modena ed altri territori – destano forte preoccupazione, e costringono il mondo degli adulti ad interrogarsi. Nell’esprimere solidarietà agli studenti vittime, coinvolti da atti deprecabili, e vicinanza al personale scolastico – nessuno può essere lasciato solo – ci preme fare qualche riflessione.
E’ innegabile che i giovani – moltissimi seri, responsabili, educati, impegnati nello studio, nello sport, nel volontariato, rispettosi delle regole e del vivere in società – ci stanno mandando dei messaggi….di disagio, di sofferenza, di grande fragilità. La preoccupante fotografia giovanile – volta alla devianza di gruppo, alla violenza – che possiamo osservare, deve coinvolgere, necessariamente, tutti: la famiglia, in primo luogo, dove bambini e ragazzi crescono, la scuola, che si impegna a livello educativo- didattico, ma, necessariamente, i vari “attori”: i servizi, la politica, l’associazionismo, il terzo settore in generale.
Non è più il tempo dell’attesa, del “speriamo che le cose migliorino”, “è una bravata”: non si può minimizzare e cercare un capro espiatorio, additando la scuola a realtà fallimentare.
Come già detto, in tante occasioni, la scuola deve riprendere – e reclamare – il suo ruolo, istituzionale, luogo dell’apprendimento, dell’inclusione, della formazione, dell’educazione, dell’incontro. Non può essere “ostaggio” di richieste continue derivanti dalle emergenze e dalla complessità del momento e ogni volta che la cronaca riporta notizie allarmanti.
Questa pressione, questo “sovraccaricare” il personale – orientamento, educazione stradale, digitale, all’affettività, prevenzione di ogni genere …..- determina demotivazione, frustrazione, non serenità. E’ fondamentale che la scuola si concentri principalmente sul lavoro per e con i ragazzi. E’ necessario essere adulti credibili, non puntando il dito, ma facendo rete, nella complessa, ma anche significativa ed arricchente esperienza di accompagnare bambini e giovani verso l’età adulta.
Mariarita Bortolani (Cisl Scuola Emilia Centrale)