La festa di san Prospero quest’anno si arricchisce di due importanti appuntamenti. In onore del patrono principale della Città e della Diocesi, la Chiesa di Reggio Emilia – Guastalla propone una Veglia di preghiera con i giovani e un momento di incontro rivolto ai Ministri straordinari della santa Comunione.
Sabato 23 novembre 2024, alle ore 21.00, nella Basilica di San Prospero l’arcivescovo Giacomo Morandi presiederà la veglia di san Prospero e accoglierà la Professione di fede di alcune decine di giovani. La Professione è un evento diocesano promosso dal Servizio di Pastorale Giovanile. Quest’anno sarà particolarmente legata al patrono san Prospero e costituirà il primo appuntamento in preparazione al Giubileo. Nel corso della serata i giovani consegneranno al Vescovo la narrazione scritta della propria storia e del loro incontro con Cristo.
Nel giorno della solennità, domenica 24 novembre, il programma religioso in Basilica si aprirà con la celebrazione eucaristica delle ore 9.00. Alle 10.15 è previsto il Concerto di Campane proposto dall’Associazione Campanari Reggiani.
Il solenne Pontificale sarà presieduto da monsignor Morandi alle 11.00: la liturgia sarà animata dal Coro diocesano e trasmessa in diretta streaming sul canale YouTube La Libertà Tv (con rilancio da parte delle emittenti tv interessate) a cura del Centro diocesano Comunicazioni sociali. Al termine della celebrazione sarà distribuito a tutti i fedeli un ricordino del Patrono con una preghiera a San Prospero.
Nel pomeriggio le celebrazioni in onore del Patrono si svolgeranno in Cattedrale con canti eseguiti dalla Cappella musicale della Cattedrale.
Alle 16.30 il Vescovo presiederà la preghiera dei secondi Vespri. Alla celebrazione sono invitati in particolare i Ministri straordinari della santa Comunione che riceveranno dall’Arcivescovo l’incarico di portare l’Eucarestia agli ammalati con un mandato di 5 anni. L’incontro con monsignor Morandi è l’epilogo di un corso di formazione e aggiornamento al quale hanno partecipato una sessantina di Ministri. Infine, alle 18.00, sarà il Vicario Generale della Diocesi monsignor Giovanni Rossi a presiedere la Celebrazione eucaristica in Cattedrale.

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LA STORIA DI SAN PROSPERO

Secondo la tradizione il Santo Patrono visse nel V secolo e fu vescovo di Reggio Emilia tra il 480 ed il 505 circa. Secondo l’usanza di allora il Vescovo veniva eletto dal clero e dal popolo riuniti in assemblea – famoso è l’esempio di S. Ambrogio – scegliendolo tra i preti o laici più stimati per fede, dottrina e pietà.

Per capire il ruolo di San Prospero nella vita e nella storia della città e della diocesi, bisogna rivedere le vicende di quei tempi difficilissimi. Nel 476 Odoacre, capo degli Eruli, prima mercenario, poi invasore dell’impero Romano d’Occidente, aveva sconfitto e ucciso il generale romano Oreste a Pavia e deposto l’ultimo imperatore Romolo Augustolo.

Poi per parecchi decenni Odoacre regnò sull’Italia col titolo di Patrizio romano, appropriandosi di un terzo delle terre per assegnarle ai suoi soldati e alle loro famiglie. Si ebbe quindi in Italia un periodo di relativa calma, se si eccettuano i facili soprusi e le violenze che si verificarono mentre i proprietari grossi e piccoli venivano spogliati delle loro terre e case, spesso costretti alla fuga o uccisi se si opponevano alla confisca… Ma ecco che i patti e le alleanze di Odoacre con i Vandali d’Africa, i Visigoti di Spagna, i Franchi e i Burgundi di Francia, ingelosirono Zenone, imperatore d’Oriente, il quale anche per liberarsi di Teodorico e dei suoi Ostrogoti, li spinse ad invadere l’Italia. Quasi quattro anni durò la guerra tra Eruli ed Ostrogoti, Odoacre fu sconfitto nel 489 sull’Isonzo poi a Verona poi sull’Adda e costretto a rifugiarsi a Ravenna.

Qui resistette tre anni all’assedio, poi nel 493 si arrese e fu ucciso a tradimento. Quattro anni di guerra, di scorrerie e di saccheggi dell’esercito per mantenersi! Quattro anni di anarchia e di violenze in tutta la nostra regione, mentre i cittadini più ricchi e colti, i magistrati romani fuggivano a sud.

La gente abbandonava la pianura e si rifugiava sui monti e nei boschi. In questa situazione furono i Vescovi che dovettero assumere gli oneri dei magistrati, spesso anche come giudici ed amministratori delle città. In mancanza di altri e per il primato religioso e morale, di cui erano investiti, i Vescovi dovettero esercitare sia le funzioni religiose che pubbliche, veri difensori della città.
In questi gravosi compiti San Prospero dovette distinguersi più che i sette Vescovi suoi predecessori, non solo per le sue virtù e dottrina, ma sopratutto per la diffusione del Vangelo, la protezione dei deboli e l’assistenza agli sbandati.

Il papa Leone decise di eleggerlo vescovo a Reggio Emilia nel 440 circa. San Prospero visse tra il 410 e il 500 circa, ma di quel tempo pressochè tutto è andato distrutto. Colpa della disastrosa invasione degli Ungari – Magiari. Nell’anno 899, dopo aver invaso e saccheggiato Veneto e Romagna, vennero in Emilia ove distrussero il Monastero di Nonantola e a Reggio quelli di S. Tommaso e S. Prospero, arrivando persino ad uccidere il Vescovo Azzo II.

A San Prospero va la devozione locale a seguito del salvataggio della città dal sacco di Attila: gli Unni non si accorsero dell’abitato perché un intervento provvidenziale invocato da San Prospero avvolse Reggio in una generosa coltre di nebbia.