“Nell’ultimo Consiglio provinciale del 1° febbraio si è verificata una pesante rottura fra la maggioranza di area PD e l’opposizione rappresentata dai due gruppi Terre Reggiane e Provincia Progressista. Nodo del contendere le modifiche allo Statuto della Provincia passate per sette voti contro tre, dopo una discussione che ha avuto anche toni accesi.
Fra le modifiche, infatti, è stato incredibilmente proposto l’abbassamento dei “quorum” richiesti affinché l’Assemblea dei Sindaci esprima il proprio parere sul bilancio ed eventualmente ne richieda l’emendamento prima della definitiva approvazione in Consiglio provinciale. Questa modifica è stata presentata come “tecnica” ma in realtà è una modifica sostanziale alle garanzie e alle regole che lo Statuto disciplina. Su questo punto si è aperto un duro scontro tra maggioranza e opposizione.
L’Assemblea dei Sindaci, secondo la Legge, esprime il parere obbligatorio sul bilancio “con i voti che rappresentino almeno un terzo dei comuni della provincia e la maggioranza della popolazione complessivamente residente”. Questo richiede la legge Del Rio e così finora è stato anche a Reggio.
Le modifiche allo Statuto, che la maggioranza ha imposto con un atto di forza, comportano che, qualora non si raggiungesse il quorum, automaticamente dopo un’ora l’Assemblea sia comunque valida con la presenza di solo un quinto dei comuni (9 comuni su 42) in rappresentanza del 40% della popolazione (circa 211mila cittadini su 528mila) e deliberi a maggioranza semplice, al limite quindi col voto favorevole di soli 5 comuni che annoverino poco più di 105mila abitanti. Il capoluogo da solo ne ha quasi 171mila, i conti sono presto fatti.
Ma c’è anche di peggio.
È stata inserita, sempre coi voti della sola maggioranza di area PD, un’ulteriore norma per cui, se anche dopo un’ora non venisse raggiunto il “quorum” già ridotto a un quinto dei comuni rappresentativi del 40% della popolazione, il parere dell’Assemblea s’intende comunque favorevole.
Quest’ultima previsione lede ogni principio-cardine su cui si fonda la democrazia: una qualunque minoranza di pochi sindaci amici e alleati, nemmeno più quantificata, potrà deliberare in nome e per conto di tutti i sindaci della provincia.
I consiglieri di Terre Reggiane e Provincia Progressista ritengono inoltre, come hanno dichiarato in Consiglio provinciale, che la modifica del “quorum” stabilito dalla Legge sia di dubbia legittimità giuridica, visto che la Legge Del Rio non prevede questa ipotesi e si riservano ogni opportuna iniziativa al riguardo.
Nell’atteggiamento tenuto dalla maggioranza di area PD, i due gruppi di opposizione vedono emergere il nervosismo e la paura di chi teme che alle prossime elezioni comunali gli equilibri possano cambiare e cerca quindi, con un atto politicamente gravissimo, di giocare d’anticipo e di blindare i bilanci provinciali per proteggere comunque il proprio sistema di potere.
Gli elettori lo sappiano e riflettano di conseguenza”.
I Consiglieri provinciali Cristina Fantinati e Davide Ganapini (Terre Reggiane) – Marco Signori (Provincia Progressista)