Democrazia Sovrana Popolare, guidata da Marco Rizzo e Francesco Toscano, sbarca anche nella nostra cittá. L’organizzazione politica si presenta come unica rappresentante in Italia del pensiero critico rispetto al sistema di governo, quello neoliberista occidentale, che fino ad ora non ha fatto altro che sottomettere i popoli con la guerra e il proprio, non con le armi, ma con lo sfruttamento dell’essere umano, che non riesce piú a pensare, cosi com’é oggi, bombardato da notizie diverse h24 e costretto a rincorrere la fine del proprio mese, con lavoro sottopagato e spese sempre piú alte.
Tutte scelte politiche, bipartisan e oculate, che aumentano il divario tra i pochi ricchi e il popolo e che favoriscono l’alta finanza a sfavore del cittadino.
Partendo dal lavoro, senza rinnovi contrattuali, contratti senza tutele, partite IVA a finti contratti di collaborazione, ovviamente a tempo determinato e, tristemente, senza sindacati.
Proseguendo con la guerra, a cui Democrazia Sovrana e Popolare si é opposta fin da subito sostenendo il referendum “Ripudia la guerra” , che a forza di sovvenzionare armi per la guerra in Ucraina, ha di fatto tagliato pensioni e welfare.
Il peso di queste azioni, come le sanzioni alla Russia, le percepiamo da un paio d’anni a questa parte, e l’uscita dall’accordo commerciale con la Cina della “Nuova Via Della Seta”, dará una ulteriore botta all’economia, giá precaria, italiana.
Stesso sistema che più in piccolo si riflette anche a Reggio e, nel suo sistema di governo e di controllo sulla città, mentre le S.p.A., anche se partecipate, fanno il buono e il cattivo tempo (e piú che altro partecipano) , altre partecipate con appalti in sub-appalto a cooperative danno poltroncine, fondazioni e il circolino per frullare il dissenso giovanile e rimetterlo sulla retta vía.
Il grande problema é che, forse, “l’opposizione” riesce ad essere anche peggio, non riuscendo mai, da anni, a formulare una proposta politica logica e contrapposta, ma sempre basata sul momento/polemica di turno fondamentalmente perché, a parte una militarizzazione di alcune aree della cittá e telecamere in ogni angolo di strada, la proposta é la stessa di quella di maggioranza: appalti, sub-appalti, fondazioni e S.p.A.( partecipate) che si “esprimono” a loro comodo.
Anche nella nostra Provincia quindi con le sue posizioni multipolariste e per la pace, contro il liberismo economico selvaggio, praticato a tutti i livelli di governo da qualsiasi schieramento politico, DSP ha giá suscitato l’interesse, non corrisposto, di alcune liste per le elezioni comunali di giugno.
Tutto questo in poco piú di due settimane dal congresso fondativo, a cui erano presenti la dirigente Stefania Bragazzi e i militanti di Reggio Emilia, compreso Stefano Cucchi, agricoltore e leader delle proteste di questi ultime settimane in Italia e in Europa.
Alberto Fontanesi, Democrazia Sovrana e Popolare