Loredana Bertani e Duilio Cangiari

Nei giorni scorsi con la presentazione del piano attuativo di interesse pubblico è stato avviato il percorso per la realizzazione del nuovo polo della moda che verrà realizzato nella grande area delle ex Fiere di Mancasale.

Ancora non c’è il progetto esecutivo, ma i numeri parlano molto chiaro.

Siamo certamente interessati a valutare il progetto che vedrà impegnati grandi studi di progettazione di fama internazionale e ci si aspetta un intervento di grande qualità, visto il committente e il contesto territoriale di cui si sta parlando, rappresentato da un’area strategica ubicata tra la Stazione Mediopadana e i ponti di Calatrava.

Come noto l’area delle ex fiere, inizialmente acquistata all’incanto dall’imprenditore modenese Giorgio Bosi, a seguito del fallimento dell’Ente fieristico reggiano, (dal quale, vogliamo ricordare, ancora diversi artigiani non hanno visto un euro) è stata recentemente acquistata da Max Mara

Sullo sfondo di questa importante operazione industriale, rimangono comunque inevasi tutti gli interrogativi sul comportamento tenuto, in anni passati, dagli Enti Locali, azionisti di Ente Fiere e riteniamo giusto, benché semplice esercizio di memoria storica, continuare a chiederci se, a suo tempo, avrebbero potuto impegnarsi maggiormente per mantenere in mano pubblica una delle aree più importanti della provincia, ubicata nella produttiva zona nord della città, nei pressi della stazione Mediopadana, importantissimo centro di interscambio strategico padano.

In ogni caso si tratta, come evidente, di un progetto molto importante per Max Mara e per la città, se consideriamo che vi lavoreranno 800 dipendenti e nei due magazzini di 28mila metri quadrati saranno occupati 180 magazzinieri. Secondo uno studio sulla mobilità, il flusso veicolare nelle ore di punta crescerà del 12%, in quanto si prevede che la quasi totalità dei dipendenti raggiungerà il posto di lavoro in auto.

Riportiamo quanto affermato dall’ architetto Piergiorgio Vitillo nel corso della presentazione pubblica dell’iniziativa: “E’ un tassello di un sistema ambientale paesaggistico e anche del sistema infrastrutturale. Questa è un’area di eccellenze infrastrutturali e questo intervento contribuisce alla riqualificazione”. Ricordiamo queste parole per sottolineare come la ulteriore pressione sul sistema viabilistico della zona e dell’intera città vada valutato attentamente perché questo progetto non è solo di riqualificazione di un’area, ma visti i numeri e il grande impatto sulla già difficile situazione viabilistica della città deve essere valutato e colto nella sua profondità

Crediamo che un progetto importante come questo possa essere l’occasione per aggredire, in modo concreto e deciso, il tema della mobilità a scala ampia inserendolo in un quadro di ripensamento strategico, attraverso una concertazione decisa, nell’ambito del Mobility Management aziendale e di area vasta, tra il mondo imprenditoriale, le organizzazioni sindacali e le amministrazioni pubbliche a partire dalla Regione fino agli enti locali del bacino reggiano.

Vogliamo ricordare a titolo di esempio il tema della progettazione della Tramvia Rivalta-Mancasale, su cui il Comune si sta nuovamente impegnando, e della riconversione tecnologica delle linee ferroviarie locali, che molto potrebbe aiutare ad alleggerire e decongestionare alcuni assi stradali, fornendo nel contempo una valida alternativa di trasporto collettivo e su cui chiediamo un impegno preciso della Regione. Certo i tempi non sono brevi e i processi complicati ma questa città quando ha saputo pensare in grande ha ottenuto importanti risultati.

Loredana Bertani e Duilio Cangiari – Co portavoce Europa Verde Reggio Emilia