“Per amore del creato, percorsi nel paesaggio”, il titolo stesso della mostra offre un’esauriente chiave di lettura laddove richiama, implicitamente, la sua grande passione: il suo amore viscerale per il paesaggio. In questo suo percorso la natura irrompe prepotentemente e tale irruenza delle forme e dei colori è colta in maniera mirabile dall’artista reggiana Stefania Spallanzani, assai indipendente ed originale nella scelta di nuove e antiche iconografie.

L’inquadratura larga favorisce la percezione di uno spazio ampio che si distacca dalla propria natura fisica per farsi spazio dell’anima, dimensione aperta entro cui transitano i sentimenti e le emozioni. In altre parole per diventare spazio poetico che aspira all’infinito. Esso poi ingloba una sensazione speciale ed importante che tende a diventarne la protagonista, cioè il silenzio, non inteso però come assenza di voci ma come pienezza di suoni – alcuni anche inespressi – che tuttavia soltanto coloro che possiedono uditi raffinati e sensibili riescono a percepire.

Questa pittura appare rispettosissima dell’immagine che la natura offre di sé al punto, da mondarla dalle sbavature e dalle imperfezioni, in una specie di condensazione tra il reale e l’ideale.

Stefania Spallanzani si dedica all’appassionante ricerca di motivi capaci di descrivere la vita e i segni dell’uomo, un originale pretesto per ritornare a uno degli elementi più comuni al suo vocabolario pittorico: il paesaggio, la campagna, l’acqua. La sua ricerca pittorica simboleggia, senza il carisma dell’ufficialità, il ruolo stimolante e promotore della denuncia verso ogni forma di violenza contro l’ambiente, sollecitando le coscienze a sensibilizzarsi al tema ambientale ed ecologico. Da qui la possibilità di veicolare al mondo contemporaneo il messaggio di salvezza per le future generazioni.

Bisogna riconoscere che il colore l’ha affascinata da sempre e questa propensione sensibile al colore è stata più che una tappa: un mezzo. È stato quello specchio indispensabile che le ha permesso di guardarvi dentro il tormento dell’arte e di conoscerla. Le opere fin qui realizzate formano l’orditura delle illusioni e delle disillusioni, dei desideri e dei sentimenti, degli amori e dei tradimenti e rappresentano l’impegno di conferire durata alla pienezza dell’attimo compiutamente vissuto, rilasciando linfa vitale all’artista.

Questo incanto creato pittoricamente e questa armonia ritrovata sono altalenanti, cosicché in Spallanzani si ripropone la necessità di passare dalle continue e mai cessate produzioni fantastiche, frutto della sua estesa fantasia del disincanto, ad altre vedute di silenziosi paesaggi della campagna con colori vivaci e uno stile preciso e definito che ha qualcosa di mistico, suscitando emozioni capaci di muovere gli animi .

Tutte le opere, riunite in sinfonia negli spazi museali, sono figlie di tale processo e cantano della creazione e della dignità della natura.