Da giovedì 3 a domenica 13 ottobre, cinque giovani provenienti da varie città argentine e discendenti da famiglie di origine a italiana, saranno ospiti nella nostra provincia, nell’ambito del progetto “Emilia mia! Tornare alla terra del cuore”, che è stato messo a punto da Filef Reggio Emilia e si collega al filone del turismo delle radici. Infatti, tra la fine del 1800 e la prima metà del 1900, dall’Emilia-Romagna e soprattutto dalla Bassa reggiana partirono numerosi emigranti alla volta dell’Argentina, ove esistono tuttora associazioni che mantengono la memoria di quella emigrazione e i rapporti con l’Italia.
Di queste storie migranti si parlerà, in particolare, venerdì 4 ottobre in una serata a Castelnovo Sotto, interamente dedicata all’Argentina, durante la quale sarà presentata l’edizione italiana del libro “Storie di contadini che collegano pianure. L’immigrazione italiana degli emiliano romagnoli nel Partido di Pergamino (1880-1950)”, scritto dalla professoressa Aida Toscani de Churin.
Insieme alle associazioni italo-argentine e con il sostegno della Consulta regionale degli emiliano-romagnoli nel mondo, Filef Reggio Emilia ha organizzato un percorso di conoscenza della realtà reggiana, al quale collaborano il Museo Cervi e i Comuni di Castelnovo Sotto, Guastalla, Boretto, Novellara, Gualtieri, Brescello, Reggio Emilia. Il soggiorno dei giovani ospiti – che è stato preceduto da una fase preparatoria in Argentina, con lezioni di storia, geografia, lingua italiana – prevede visite, incontri, approfondimenti sui luoghi del territorio, sulle eccellenze culturali e naturalistiche, sulle tipicità gastronomiche.
Dal Museo Ligabue di Gualtieri alla saga di Peppone e Don Camillo a Brescello; dalla golena dell’Enza alla navigazione sul Po; dal Carnevale di Castelnovo Sotto ai Violini di S. Vittoria; da Casa Cervi a Gattatico al paese di origine del beato Artemide Zatti, nativo di Boretto, emigrato con la famiglia in Argentina, infermiere e laico salesiano che dedicò la vita ai poveri e agli ammalati. E poi i piaceri della tavola, dal gnocco fritto ai tortelli, al parmigiano-reggiano, all’aceto balsamico, alla cipolla borettana.
Al termine della “full immersion” in terra reggiana, prima di ripartire per l’Argentina, i giovani dovranno elaborare un dépliant turistico del territorio visitato, da presentare al gruppo Turismo delle Radici, alla Provincia e ai Comuni coinvolti. Dopo il rientro dal viaggio in Italia, ognuno dovrà elaborare un progetto di diffusione delle conoscenze apprese e delle attività realizzate.