Rendere visibile la Pietra di Bismantova a chi non può vedere, ma solo toccare. Accade nel Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano, con lo straordinario progetto “Un panorama per tutti” nato dall’idea di rendere maggiormente fruibile e inclusivo uno dei luoghi più conosciuti della provincia di Reggio Emilia, la Pietra di Bismantova. Da millenni la Pietra di Bismantova, citata anche da Dante nella Divina Commedia nella sua maestosità, regala scorci e meraviglie che hanno pochi eguali nel mondo. Bellezza del luogo e qualità delle strutture d’accoglienza presenti sul territorio la rendono una delle principali mete turistiche dell’Appennino reggiano.
Un bassorilievo marmoreo esplorabile tattilmente dai visitatori e incentrato sulla Pietra di Bismantova e il panorama che la circonda renderanno così questo monumento naturale riconoscile alle persone con disabilità visiva. L’idea è nata all’Istituto Regionale “G. Garibaldi” per i Ciechi.
Per la realizzazione del bassorilievo è stato incaricato il Maestro Felice Tagliaferri, scultore non vedente, che ha intrapreso dalla fine degli anni Novanta un percorso artistico molto personale da lui stesso riassunto nello slogan “Dare forma ai sogni”. La sua arte, prevalentemente figurativa, è stata definita “arte sociale” per le finalità che la caratterizzano. Sua, per altro, la celebre realizzazione di una copia del Cristo Velato di Napoli, a disposizione dei non vedenti e che attualmente è ospitato in diverse città italiane. Un’opera nata da una storia speciale di denuncia. Nell’aprile del 2008 fu impedito a Felice Tagliaferri, cieco dall’età di 14, di vedere a suo modo, cioè con le mani, il “Cristo velato” di Giuseppe Sanmartino nella Cappella Sansevero di Napoli.
Così anche “‘Un panorama per tutti’ vuole rendere possibile questo e portare un’innovazione e un’attenzione alla fruibilità del patrimonio ambientale per completamento un percorso di valorizzazione aperta ad un turismo sempre più inclusivo” commentano dall’Istituto regionale “G. Garibaldi”.
L’Istituto, lo scorso anno scolastico, nell’ambito dello stesso progetto, ha incontrato le classi delle scuole medie di Castelnovo Monti, Felina, Busana, Ramiseto e Vetto e con loro si è parlato di disabilità visiva, inclusione, integrazione e si sono fatte esperienze in deprivazione visiva. Le stesse classi saranno invitate nei giorni precedenti l’inaugurazione del 12 ottobre, alle ore 10.30 presso il Centro Laudato si’ a Bismantova, e ad incontrare lo scultore Felice e con lui faranno un’attività di finitura dell’opera. Anche una delegazione di utenti (bambini, bambine) dell’istituto “G. Garibaldi” svolgerà mercoledì 9 ottobre la stessa attività.
“Siamo orgogliosi di avere sostenuto questo progetto – commenta Robertino Ugolotti, consigliere del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano – che rappresenta un passo significativo verso l’inclusività e l’accessibilità del nostro patrimonio naturale. Una esperienza al momento unica nel nostro comprensorio e che riguarda la Pietra di Bismantova, monumento e simbolo di un territorio che deve essere davvero alla portata di tutti. La inauguriamo in occasione di i ‘Monasteri Aperti’. L’iniziativa promossa da Apt Servizi Emilia-Romagna in collaborazione con la Conferenza Episcopale della Regione Emilia-Romagna e il circuito dei Cammini dell’Emilia-Romagna”.
Il bassorilievo su Bismantova sarà collocato all’ingresso del sentiero che sale sulla cima, in prossimità della fontanella: il luogo è stato scelto dal Maestro Tagliaferri per gli stimoli sensoriali che qui si hanno: ombra, frescura degli alberi, suono del vento e dell’acqua.
L’AUTORE / Franco Tagliaferri l’artista che da forma ai sogni
Felice Tagliaferri è uno scultore non vedente che ha intrapreso nel 1998 un percorso artistico molto personale da lui stesso riassunto nella frase “dare forma ai sogni”. Le sue creazioni sono, infatti, sculture estranee agli occhi, che nascono nella sua mente e poi prendono forma attraverso l’uso sapiente delle mani, guidate da incredibili capacità tattili. Felice nasce in Puglia, a quattordici anni perde la vista a causa di una malattia. Sarà il judo, praticato a livello agonistico, ad aiutarlo a superare il buio. Studia, lavora, poi risponde all’annuncio dello scultore Nicola Zamboni, che all’epoca, circa vent’anni fa, era docente a Brera e cercava dei non vedenti per verificare quanto fosse indispensabile vedere per scolpire. Dopo i primi due incontri Felice capì che non solo la vista non era necessaria, ma che la sua vita sarebbe potuta cambiare. Frequentò la bottega di Zamboni per due anni, imparando a destreggiarsi abilmente far i diversi materiali: creta, marmo, legno, pietra, e attraverso l’applicazione e lo studio nel corso degli anni ha realizzato decine di opere che oggi si trovano in varie parti del mondo.
L’arte di Felice è fuori discussione: ha sempre partecipato a concorsi, vincendone tanti, senza mai dire di essere un non vedente. Nel 2008, a Napoli vorrebbe vedere il Cristo velato del Sanmartino, ma purtroppo anche per i non vedenti vigeva la ferrea regola del non toccare. Con determinazione Felice, grazie all’aiuto di un team di persone che gli descrisse perfettamente l’opera, realizza da un blocco di marmo di Carrara di circa tre tonnellate, il suo Cristo. Un Cristo velato e interpretato attraverso la narrazione, ma vissuto centimetro per centimetro, affinché fosse anche rivelato, cioè messo a disposizione di tutte quelle persone che non hanno la possibilità di vederlo. Da allora l’opera è stata esposta in varie città italiane e toccata da migliaia di mani.