Maura Catellani

“La fine della vicenda Silk Faw, il progetto della supercar di Gavassa ‘made in China’, sembra l’epilogo di un film di Totò. Ma stavolta non è un turista americano a cadere nelle mani di un furbo italiano, bensì un’intera amministrazione a rimanere vittima della propria cattiva gestione”. Cosi il consigliere regionale della Lega Maura Catellani sul fallimento del progetto Silk Faw.

Una situazione prevedibile, secondo l’esponente del Carroccio, che ricorda come si sarebbe potuto evitare il disastro: “Ho presentato ben nove atti ispettivi in Regione: quattro interrogazioni, cinque richieste di accesso agli atti e un atto di indirizzo mai realizzato. Eppure, l’approccio non è mai cambiato, con la tendenza a minimizzare, e risposte vaghe, dal classico ‘va tutto bene’ fino ad accuse di disfattismo a mio carico” spiega Catellani, che punta il dito contro l’assessore allo Sviluppo economico Vincenzo Colla, che aveva definito Silk Faw come “l’investimento più green della storia di questa Regione”. “Una previsione, quella dell’assessore, quasi ironica – aggiunge – visto che ora i fornitori sono rimasti davvero al verde”.

Ma l’accusa principale di Catellani riguarda il coinvolgimento delle imprese locali: “Il PD, sia a livello regionale che comunale, ha una responsabilità gravissima: ha trascinato nella bancarotta alcune delle aziende tecnologicamente più avanzate della Regione. Comune e Regione si sono letteralmente intestati il progetto Silk Faw, tanto che la sede amministrativa era nell’aeroporto di Reggio Emilia, una società partecipata da Comune e Provincia, che ora è anch’essa danneggiata” ha punto la leghista che parla di un danno economico e d’immagine evidente: “Non è sufficiente dire che la Regione non ha subito un danno diretto: il danno c’è ed è pesante, sia per le imprese coinvolte che per la reputazione della Motor Valley”.

Sul piano politico, Catellani critica duramente l’idea di una collaborazione tra Cina e Stati Uniti per un progetto del genere: “Pensare che due nazioni in competizione globale potessero davvero mettere insieme una joint-venture del genere è pura illusione. Solo chi ha un’ideologia sorpassata poteva credere in un’alleanza così fragile” conclude.