De Lucia e Aguzzoli (Coalizione Civica): “29 dimissioni volontarie su 110 addii dal Comune in un anno sono tante. Più di 1 dipendente su 4 lascia per andare a fare altro, sia aperta una riflessione profonda sul perché. Gli incarichi fiduciari invece sono in aumento e sono costosissimi: 11 dirigenti di scelta di Massari ci costano oltre 1 milione di euro”
Guardando ai dati sul personale del Comune di Reggio Emilia, i consiglieri comunali di Coalizione Civica Dario De Lucia e Fabrizio Aguzzoli, e ai tanti movimenti che hanno coinvolto i dipendenti nel 2024.
Secondo i dati aggiornati al 22 novembre 2024, nell’anno appena concluso il Comune di Reggio Emilia ha effettuato 136 assunzioni, 121 contratti a tempo indeterminato e 15 contratti a tempo determinato, a fronte di 110 cessazioni di rapporto. Nel conto, sia in positivo che in negativo, vanno inseriti i pensionamenti e i passaggi tra enti. Nelle cessazioni di rapporto spicca il dato delle dimissioni volontarie, 29 complessive su 110 addii al Comune, più del 25% del totale. Un dipendente su 4 che ha abbandonato l’ente lo ha fatto per andare a fare altro.
“Anche se comprendiamo qualche persona che abbia fatto precise scelte di vita, rimane un dato molto elevato. E significativo, visto che spesso le dimissioni volontarie riflettono un malcontento o una mancanza di soddisfazione riguardo alle condizioni lavorative o alla crescita professionale. E le tante tensioni emerse nel 2023 e nel 2024, comprese le prese di posizione sindacali e lo stato di agitazione contro le esternalizzazioni dei servizi dei nidi e scuole di infanzia, confermano questo aspetto. Il quadro non può rallegrare, un ente popolato da personale insoddisfatto difficilmente potrà dare le risposte migliori e più efficienti ai cittadini in anni complessi come quelli che stiamo vivendo. Né avere stabilità e continuità” fa notare Dario De Lucia. “E’ necessario che il Comune metta in campo misure strutturali, e non tamponi, per analizzare le cause delle dimissioni volontarie e migliorare il clima lavorativo, offrendo maggiori opportunità di crescita e valorizzando il personale. Dobbiamo fermare le esternalizzazioni dei servizi pubblici locali. Se vediamo il saldo tra assunzioni e dimissioni, in 12 anni abbiamo perso oltre 250 dipendenti a tempo indeterminato, siamo in carenza di personale”.
“In compenso, non si bada a spese per gli incarichi fiduciari. Nel 2024 contiamo 4 assunzioni con articolo 110 di personalmente altamente specializzato, per una spesa complessiva di 175.449,84 euro; 6 assunzioni nello staff del sindaco per una spesa complessiva di 293.993 euro; e, su tutto, 11 dirigenti a tempo determinato per una spesa complessiva superiore al milione di euro, 1.030.995,85. In totale, si arriva al milione e mezzo di euro.
Un sindaco ha la necessità di uno staff di fiducia e con persone competenti, e non abbiamo nulla da discutere sulle figure in sé, così come quelle degli articoli 110. Osserviamo che rispetto alle retribuzioni base le integrazioni sono molto elevate, a volte superiori alla base stessa. Forse si potrebbe ridurre il numero delle persone necessarie e mettere quelle risorse invece per coprire le lacune degli uffici comunali più in carenza di personale, pensiamo ai lavoratori degli uffici tecnici di Palazzo Renata Fonte per fare un esempio.
Una questione a parte meritano i dirigenti. Parliamo di persone praticamente intoccabili, ormai radicate nel sistema da decenni e questo nonostante i risultati sul campo non siano stati così brillanti. Non che questo abbia fermato l’amministrazione da attribuire a queste figure dei ricchi bonus come retribuzione di risultato.
Gli undici dirigenti percepiscono in totale 1.030.995,85 euro all’anno, una media di 93.726,9 euro. È vero che sono ruoli di grande delicatezza e responsabilità, ma davvero tutti questi riconoscimenti sono meritati? In ruoli apicali simili, la continuità è preziosa, ma lo è altrettanto avere energie nuove, visioni staccate dal sistema.
Viene un po’ difficile pensarlo per figure come Massimo Magnani, il cugino dell’ex sindaco Delrio, da vent’anni responsabile dell’Area Programmazione Territoriale e Progetti Speciali, che nel 2024 ha percepito 112.018,96 euro. O l’ex assessore Paolo Gandolfi, passato da dirigente a componente della giunta a parlamentare PD e ora tornato a essere dirigente dell’Area Sviluppo Territoriale, a 114mila euro annui. I curriculum sono indiscutibili, i risultati, l’opportunità e i tempi di permanenza decisamente meno, ma nemmeno con la nuova amministrazione si registra una gran voglia di cambiamento, da questo punto di vista. Questo sistema vecchio e incancrenito va rivisto, serve cambiamento.” – concludono De Lucia e Aguzzoli.