Nei giorni scorsi Federmeccanica e Assistal hanno voluto fare chiarezza su alcuni aspetti fondamentali legati al rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) richiamando l’attenzione sulla realtà dei fatti e sui dati economici di contesto. La proposta avanzata dal nostro sistema mira a coniugare le esigenze dei lavoratori con quelle delle imprese, tenendo in considerazione il quadro congiunturale, le sfide economiche e sociali del settore e le dinamiche geopolitiche.
La metalmeccanica è un settore molto eterogeneo, caratterizzato da grandissime differenze tra i diversi comparti, che da diversi trimestri registra un forte calo della produzione industriale. Il Centro Studi di Unindustria Reggio Emilia conferma anche a livello locale questa tendenza. Nell’ultimo trimestre 2024 la produzione industriale reggiana ha subito un calo del 7,7%, mentre il fatturato complessivo ha registrato una flessione dell’11,5%. Le ore di Cassa Integrazione autorizzate dall’INPS nel 2024 nella nostra provincia sono cresciute del 194,6%, passando da 3 milioni a 8,9 milioni di ore. Dati che devono essere visti anche in relazione alle importanti sfide che le imprese metalmeccaniche reggiane sono chiamate ad affrontare per mantenere la competitività: le transizioni tecnologiche ed ecologiche e le tendenze demografiche.
Nonostante questo andamento economico, il modello contrattuale attualmente in vigore ha favorito risultati positivi per i lavoratori. A dicembre 2024 i dati Istat hanno segnato un aumento delle retribuzioni contrattuali nella metalmeccanica/meccatronica del 6,5% nell’arco dell’ultimo anno, rispetto al 5,4% registrato per l’industria in senso stretto. Il Contratto Nazionale ha permesso anche di aumentare la capacità di spesa delle persone nel periodo 2021-2024, attraverso l’assistenza sanitaria integrativa, grazie al Fondo mètaSalute, che in questi ultimi anni ha riconosciuto prestazioni di circa 862 milioni di euro, e ai flexible benefits, per un totale di 800 euro netti.
Nel mese di giugno verranno poi riconosciuti sia l’adeguamento ex post dei minimi tabellari all’inflazione IPCA NEI, sia 200 euro netti di flexible benefits. Se poi si considera il periodo dal 2008 al 2024 le retribuzioni nel comparto sono cresciute più dell’inflazione, con un incremento nominale del 45% e un aumento reale del 10%. Un incremento che deve essere bilanciato con un aumento del costo del lavoro per unità di prodotto del 37,5%. La nuova proposta di Federmeccanica e Assistal prevede l’adeguamento dei minimi tabellari all’inflazione (IPCA NEI) ex post, come attualmente previsto, e di favorire una redistribuzione della ricchezza prodotta, mantenendo un equilibrio tra sostenibilità e competitività.
Il rinnovo del CCNL deve essere un momento di dialogo e collaborazione, non di scontro. La proclamazione di altri scioperi e di forme ulteriori di conflitto costituiscono un grave danno per tutti, in una fase in cui dovrebbe prevalere il senso di responsabilità. In tale contesto, anche la forte presa di posizione di alcune Amministrazioni reggiane in una trattativa che vede coinvolte diverse parti sociali non pare del tutto comprensibile e rischia di compromettere gli equilibri territoriali, inasprendo ulteriormente la situazione.
Siamo convinti che sia necessario trovare soluzioni che garantiscano diritti e dignità ai lavoratori, ma che siano anche compatibili con la realtà economica delle imprese. Solo così si potrà costruire un futuro solido per il settore metalmeccanico, pilastro fondamentale dell’economia italiana.