Sul sistema imprenditoriale italiano pesa l’ormai insostenibile problematica del caro energia. L’Italia è il quarto Paese esportatore al mondo, nel 2024 ha esportato 626 miliardi, generando un surplus di 100 miliardi.
Nello stesso periodo il solo sistema industriale reggiano ha esportato oltre 13 miliardi di euro.
Il gas è ormai da tempo il tema centrale e Confindustria ha lanciato a più riprese un grido d’allarme su come viene quantificato in Europa il costo del gas. Lo ha fatto animata dalla certezza che siamo in presenza di una speculazione finanziaria da parte di alcune società che non sono vigilate. Uno stato di cose rispetto il quale l’Europa non solo deve fare luce, ma anche dotarsi di un mercato unico dell’energia, per ridurre il divario di competitività che le imprese italiane hanno nei confronti degli altri Paesi dell’unione.
Nel 2024 il prezzo all’ingrosso dell’elettricità in Italia è stato infatti dell’84% più alto rispetto alle altre grandi manifatture europee, con un costo extra per le aziende italiane di 6 miliardi. Il tema non riguarda solo le aziende energivore, ma tutto il sistema industriale, inclusi settori come quelli meccatronico o plastico più presenti nella nostra provincia.
Unindustria Reggio Emilia sostiene con forza la richiesta di Confindustria volta ad aprire al più presto un percorso che porti alla definizione di un piano energetico strutturale e di lungo periodo, che includa soluzioni come il disaccoppiamento delle rinnovabili dal marginal price, la cessione di una quota delle rinnovabili al Gse, il Gas Release per aumentare la produzione nazionale di gas e renderlo disponibile a prezzi ragionevoli. Occorrono azioni concrete e coerenti, dove sia chiara una visione del futuro, nell’interesse dell’industria nazionale e della competitività delle nostre aziende.