Durante l’ultima seduta del Consiglio Comunale di Reggio Emilia è stato bocciato l’Ordine del Giorno urgente presentato dai consiglieri Dario De Lucia e Fabrizio Aguzzoli (Coalizione Civica) in sostegno alle lavoratrici della Manifattura San Maurizio Srl, azienda dell’indotto Max Mara Fashion Group, controllato da Luigi e Ignazio Maramotti.

Il documento nasce in risposta alle denunce delle lavoratrici, che nel maggio 2025 hanno avviato scioperi per condizioni lavorative degradanti: ritmi massacranti, ferie imposte, permessi negati, insulti sul corpo, sorveglianza anche sulle pause fisiologiche. Un clima lavorativo segnato dalla paura e dalla ricattabilità, nel silenzio generale.

Un’industria miliardaria fondata sulla fatica delle operaie

Max Mara Fashion Group – che controlla anche la Manifattura San Maurizio – è una delle eccellenze del Made in Italy. Conta 5.326 dipendenti, di cui solo 450 sono operai.
Nel suo ultimo bilancio, ha dichiarato:

  • Valore della produzione: 1,8 miliardi di euro
  • Costi totali: 1,5 miliardi
  • Costo del lavoro: 265 milioni
  • Utili netti: 308 milioni di euro

Eppure, in queste stesse filiere di lusso, si continuano a registrare violenze simboliche, sfruttamento e mancata applicazione del contratto nazionale di categoria. Come è possibile che un gruppo miliardario non riesca – o non voglia – garantire condizioni dignitose alle sue operaie?

Aguzzoli e De Lucia

Le richieste del documento bocciato

Il testo – respinto dalla maggioranza – chiedeva:

  • Solidarietà alle lavoratrici;
  • Sostegno alle rivendicazioni sindacali per:
    • applicazione del CCNL di categoria;
    • rispetto dei diritti sindacali e personali;
    • stop a discriminazioni e umiliazioni sul posto di lavoro;
    • riconoscimento del valore sociale del lavoro femminile;
  • Impegno a inviare il documento alle istituzioni competenti.

Voti e posizioni

  • Favorevoli: Dario De Lucia e Fabrizio Aguzzoli (Coalizione Civica)
  • Contrari: Anceschi, Barilli, Boni, Carbognani, Castagnetti, Corradi, Francesconi, Ganassi, Ghidoni, Iori, Macchi, Medici, Paderni, Pedrazzoli e il sindaco Marco Massari (PD)
  • Astenuti: Ferrari (PD), Martorana (Lista Massari Sindaco), Miglioli (Europa Verde)
  • Non partecipano al voto: Aragona, Davoli, Melioli, Paglialonga (FdI); Rinaldi (Lega)

“Il PD ha scelto una posizione democristiana, ambigua, pensata per non disturbare la dirigenza Max Mara, presentando un documento mediato e votato solo da loro,” commentano duramente i proponenti.
“A Reggio Emilia, i diritti valgono solo finché non toccano i potenti.”

Il paradosso: l’altro documento era nostro

Nella stessa seduta, è stato approvato un Ordine del Giorno con contenuti analoghi, a sostegno di due lavoratrici dell’azienda InterPuls. Anche questo documento era firmato da De Lucia e Aguzzoli. “Quando non c’è Max Mara di mezzo – sottolineano – allora il Consiglio si ricorda di essere umano. Quando si tocca il cuore economico della città, invece, si gira la faccia.”

Interrogazioni in Parlamento. Ma a Reggio Emilia, silenzio

A livello nazionale, la vicenda ha già prodotto interrogazioni parlamentari da parte di M5S e AVS. Eppure, nella città del Tricolore, l’amministrazione resta muta davanti ai soprusi. Maramotti non si tocca.

Conclusione

“Parlano di parità, legalità, diritti. Ma alla prova dei fatti – concludono i consiglieri – scelgono di proteggere gli interessi di chi ha potere. Noi continueremo a stare dalla parte delle donne che si alzano alle 5 per andare a cucire i capi del lusso, senza voce, senza tutele.