L’UGCI di Reggio Emilia esprime il proprio dissenso e prende atto con preoccupazione della Sentenza della Corte Costituzionale che dichiara illegittimo il divieto, previsto dalla legge 40/2004, alla donna partner della madre biologica, di riconoscere come proprio il figlio della compagna nato in Italia grazie a tecniche di procreazione assistita adottate all’estero, in quanto non garantirebbe il migliore interesse del minore.

Si tratta di una decisione gravissima che nel riconoscere due figure genitoriali al minore cancella completamente la figura del padre, stravolge il concetto biologico relativo alla generazione e colpisce al cuore il concetto di famiglia basata sull’amore di un uomo e di una donna. La figura del padre diventa in tal modo estranea al migliore interesse del minore e viene profondamente distrutto il significato antropologico della famiglia.

Espellere il diritto naturale, inteso come ordine ontologico iscritto nella struttura stessa dell’essere e dell’umano, dall’ordinamento giuridico non rappresenta un progresso per la collettività, che sarà invece esposta all’arbitrio del legislatore con grave pericolo per la libertà e, infine, per la verità.

E ‘ una sentenza che, con la scusa di tutelare l’interesse del minore, tutela solo la volontà dell’adulto di giustificare le sue scelte di vita.

Avvocata Federica Davoli Unione Giuristi Cattolici Italiani unione di Reggio Emilia