A Bibbiano i “ladri di bambini” non sono mai esistiti: il fatto non sussiste. Crolla così, clamorosamente, il processo Bibbiano: l’accusa, che aveva chiesto condanne per 73 anni complessivi di carcere, porta a casa tre condanne minime, pena sospesa, per reati secondari.
Per Federica Anghinolfi, condanna a due anni con pena sospesa, un anno e 8 mesi per Francesco Monopoli, 5 mesi per Flaviana Murru. Le pena sono sospese.
Il resto sono tutte assoluzioni.
Il mostro di Bibbiano non è mai esistito. Non esisteva nemmeno un sistema: per sei anni i Servizi sociali e gli psicologi che hanno operato in Val d’Enza sono rimasti sulla graticola mediatica investendo tempo, preoccupazioni e soldi. Tutti accusati di reati che, nella quasi totalità dei casi, non sono mai stati commessi.
“Da sindaco della città capoluogo di un territorio che ha fatto e fa dei servizi sociali un’eccellenza riconosciuta sento anzitutto di esprimere vicinanza alle persone che oggi vedono finire, o quasi, un incubo processuale durato anni”, ha commentato il Sindaco di Reggio Emilia Marco Massari .
“Persone per cui, come purtroppo sempre più spesso accade, si sono formulati giudizi affrettati senza attendere la verità giudiziaria; persone contro cui certa politica ha dato il peggio di sé, creando mostri, cavalcando paure, fomentando odio”.
“L’augurio – conclude Massari- è che queste persone, operatrici e operatori che oggi sono stati sollevati da questo enorme peso, possano tornare a svolgere il loro ruolo di sostegno alle famiglie e di tutela dei minori. Oltre a questo, auspico che una sentenza di grande nettezza come questa riporti al centro del dibattito i diritti di bambine e bambini”.
Chi ha messo in piedi il cosidetto “sistema Angeli e Demoni” non poteva non sapere che “smantellare” i servizi sociali di Bibbiano avrebbe significato lasciare senza protezione quei bambini. Ed è esattamente quello che è accaduto. Non solo emerge un altro dato preoccupante: dopo il processo sui servizi sociali di Bibbiano sempre più famiglie non hanno dato la propria disponibilità ad aiutare minori assumendosene l’affido, per il timore di avere conseguenze come quelle vissute rovinosamente per anni da professionisti ora assolti.
MB