Nel tempo sospeso tra Ognissanti e la Commemorazione dei Defunti, quando la comunità ricerca il filo che unisce memoria e presente. È in questo clima di raccoglimento che il Comune di Sant’Ilario presenta “Accanto”, un progetto semplice e coraggioso: dentro il cimitero comunale nasce uno spazio speciale, con una panchina e una cassetta per lo scambio di pensieri. Pensieri scritti, disegnati, o in qualsiasi altra forma possibile, che verranno inseriti da chi li formula all’interno di una cassetta a disposizione di tutti.

“Accanto” invita a fermarsi senza fretta, a respirare, a ricordare. La panchina è un piccolo approdo dove sedersi e concedersi il diritto di stare con il proprio dolore; la cassetta dei pensieri è un invito a lasciare una traccia: una parola, una frase, un messaggio di conforto o uno sfogo, da affidare alla comunità. Un gesto discreto, eppure capace di rompere il silenzio che, troppo spesso, avvolge il tema della morte come fosse un tabù da evitare.

L’iniziativa nasce dal desiderio di riconoscere la morte come parte della vita, per ricordare il valore del tempo, delle relazioni e della cura reciproca. In momenti diversi — quando la ferita è ancora aperta o quando la consapevolezza è più matura — questo luogo potrà diventare un piccolo rifugio condiviso, in cui la solitudine si fa ascolto e il dolore trova accoglienza.

“Con ‘Accanto’ – spiega la vicesindaca Monica Castellari –  traduciamo in pratica un bisogno psicologico e sociale profondo: nominare il dolore, condividerlo e farne occasione di prossimità. Sedersi, scrivere, leggere: tre gesti quotidiani che, messi insieme, costruiscono comunità. ‘Accanto’ è dunque un invito a trasformare il lutto in relazione, a dire ‘ti vedo, ti capisco, ti sono accanto’ anche quando mancano le parole. Si tratta di un’infrastruttura minima che può dare un conforto grande. Ci siamo in questo ispirati a esperienze che vengono dal Giappone, dove lasciare un pensiero nei luoghi del commiato aiuta ad elaborare il lutto e a sentirsi parte di una rete di cura. È un segno semplice, ma potente, che dice: qui nessuno è solo”.