È un grido di allarme quello che il Coordinamento Artigiani Metalmeccanici della Fiom ha lanciato questa mattina alle Istituzioni, denunciando una crisi molto pesante del settore come conseguenza della più ampia crisi della manifattura in tutta Europa e quindi anche nel nostro territorio.
“Sono 110 le aziende metalmeccaniche artigiane attualmente interessate dall’utilizzo degli ammortizzatori sociali, ma sono oltre 400 gli accordi di FSBA (la cassa integrazione per le imprese artigiane prevista dal fondo bilaterale EBER) che la Fiom di Reggio ha firmato dall’inizio dell’anno” denunciano le tute blu della Cgil reggiana durante la conferenza stampa.
La crisi della manifattura, che oggi vede la Germania in recessione, si sta portando dietro tutta la manifattura del nord-est italiano, compresa l’Emilia Romagna, dove le imprese metalmeccaniche spesso sono inserite in catene del valore globali trainate da grandi imprese tedesche.
“Con questo crollo dei volumi produttivi le imprese industriali reinternalizzando le attività tolgono lavoro ai conto-terzisti, spesso aziende artigiane, le quali sono quindi penalizzate due volte dalla crisi generale, perché anello debole delle filiera – spiega la Fiom di Reggio – e i lavoratori di queste aziende pagano una tripla pena perché non hanno gli stessi diritti dei colleghi che lavorano nell’industria”.
Attualmente un lavoratore metalmeccanico che lavora in una impresa artigiana in crisi ha diritto a 26 settimane di FSBA, a fronte delle 52 settimane di Cassa integrazione Ordinaria dei colleghi dell’industria.
“A Reggio sono almeno una quindicina le imprese che a settembre potrebbero finire gli ammortizzatori, e quindi vedersi costrette a licenziare o persino a chiudere i battenti – continua la Fiom – alcune purtroppo hanno già chiuso”.
“E’ un problema di sistema – dichiara il Segretario Generale della Fiom di Reggio Emilia, Simone Vecchi – e va affrontato con soluzioni di sistema. E’ necessario che il Governo dia una risposta garantendo un fondo specifico per ammortizzatori in deroga: queste piccole aziende hanno al loro interno competenze specifiche che, una volta chiuse, si perdono per sempre, e il sistema industriale non se lo può permettere”.
Stando all’osservatorio del sindacato dei metalmeccanici reggiani, la crisi attuale sta assomigliando a quanto avvenne nel nostro territorio nel 2009, e per questo motivo “serve una risposta di tutela a livello sistemico”.
Vecchi punta poi il dito contro il Governo “che non ha alcuna politica industriale degna di questo nome, e non sta facendo nulla per provare a difendere l’industria di questo Paese”.
Nel territorio provinciale di Reggio Emilia i settori più colpiti dalla crisi nella metalmeccanica sono la meccanica agricola – che sta vedendo un crollo degli ordini – e tutta la componentistica e i prodotti legati alla filiera dell’edilizia, in particolare le imprese di oleodinamica.
“I tassi di interesse alti hanno rallentato gli investimenti, la riduzione del potere d’acquisto delle famiglie ha ridotto i consumi, i vincoli di Maastricht riducono la capacità di spesa pubblica, in questo contesto non è facile prevedere una uscita dalla crisi senza un’azione di Governo adeguata – prosegue Vecchi – a partire dall’incentivazione della domanda interna, cioè aiutando i lavoratori ad avere aumenti salariali anche superiori all’inflazione”.
Il contratto nazionale degli artigiani metalmeccanici intanto ha garantito alle maestranze del settore il recupero del potere d’acquisto con aumenti pari al 6.6%, 96 euro lordi mensili, una forma di resistenza necessaria di fronte all’inflazione degli anni scorsi e alle nuvole nere della crisi attuale.
“I nostri sindacalisti ogni mese incontrano i lavoratori di queste aziende che hanno meno diritti e tutele dei lavoratori delle grandi imprese e per questo hanno bisogno di più sindacato – conclude la nota del Coordinamento Fiom – Noi ci siamo e ci saremo”.
I numeri della crisi
400 gli accordi di FSBA (Cassa integrazione degli artigiani) firmati dalla Fiom da inizio anno
110 le aziende artigiane che oggi stanno utilizzando ammortizzatori sociali
15 le imprese artigiane che rischiano licenziamenti o chiusura già a settembre a causa della fine delle giornate di cassa integrazione
Il Coordinamento Artigiani Fiom
La Fiom di Reggio investe sulla sindacalizzazione nelle aziende artigiane con una task force ad hoc:
Brunella Corrado, Laura Russo, Fabrizio Fornaciari, Enrica Elefante, Luigi Omero, Marco Ruffoni, Daniele Sardiello e Sara Canepari, Maria Lina Bigoni e Alessandro Malagoli.
Sono 450 le piccole aziende artigiane in cui è possibile trovare almeno un iscritto della Fiom di Reggio, che sul territorio provinciale può contare circa 1300 iscritti nel settore artigiano.
Gli aumenti del CCNL
96 euro mensili che hanno recuperato il 6.6%
Trattativa in corso per il rinnovo del contratto scaduto.
Il contratto “regionale”
Il contratto regionale degli artigiani metalmeccanici prevede:
90 euro lordi mensili in più rispetto al CCNL
Un premio annuale di circa 150 euro
Prestazioni “welfare” tramite la piattaforma EBER