Le favole che ci raccontano da bambini spesso contengono messaggi culturali e informativi che, senza nemmeno rendercene conto, diventano parte intrinseca del nostro modo di pensare e talvolta anche di agire. E’ il caso, ad esempio della favola di Cappuccetto Rosso, dove il lupo viene rappresentato come il cattivo che si mangia la nonna e la bambina, che a loro volta vengono salvate dal cacciatore e alla fine il lupo muore e vissero tutti felice e contenti. Ed ecco che nell’immaginario collettivo quando si parla del lupo si tende a fare una smorfia di diffidenza. E’ giusto? E’ così cattivo il lupo? Bisogna averne paura?L’abbiamo chiesto a Daniele Ecotti, Presidente dell’Associazione “Io non ho paura del lupo” nella quale prestano servizio di volontariato numerosi reggiani.
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Daniele, ci parli innanzitutto dell’associazione “Io non ho paura del lupo”.
La nostra associazione si occupa di ricerca sul campo e monitoraggio in particolare per quanto riguarda la specie lupo, in quanto non esiste alcun altro progetto istituzionale che monitori questo animale nella nostra zona. E’ dal 2016 che ci siamo attivati in questo progetto di ricerca. Cerchiamo di ottenere dati e informazioni sulla specie, raccontando anche le storie dei branchi, e ciò che succede. Fra i nostri scopi principali, inoltre, quello di favorire la convivenza fra la fauna e le attività umane.

Oltre al monitoraggio fate altri tipi di attività?
Sì, organizziamo anche altre attività per i nostri soci, ad esempio i campi didattici che durano 2 o 3 giorni durante i quali facciamo approfondimenti didattici sui lupi, ma anche sui daini e sui cervi… non ci limitiamo quindi unicamente al lupo. Inoltre portiamo le persone a fare escursioni, a notare i segni di presenza del lupo e avvicinare le persone alla natura.

Una persona che si reca nei boschi e incontra un lupo vive una situazione di pericolo?
Innanzitutto una persona che va nel bosco è difficilissimo che incontri un lupo, principalmente perchè il lupo ha molta paura delle persone. Quindi è raro poterli avvistare. Tenga presente che insieme ad altri volontari facciamo centinaia di ore di tentativi per avvistare i lupi e in tre anni le volte che li abbiamo visti si contano sulle dita di una mano. Essendo il responsabile del monitoraggio dei lupi nella Val Taro sarei quello che ha maggiori possibilità di vederne: loro sicuramente mi avranno visto, ma saranno scappati prima che io li potessi vedere.

Nelle prime colline reggiane sono stati trovati animali d’allevamento morti e pare siano stati sbranati dai lupi.
Sicuramente il lupo fa il lupo: è un predatore. E se gli animali d’allevamento non vengono gestiti considerando che c’è in giro un predatore come il lupo, diventa possibile che il lupo li predi e se li mangi.

Quindi è possibile che i lupi siano scesi dalla montagna raggiungendo la prima collina?
I lupi sono già nella prima collina. L’espansione del lupo è partita dagli anni ’70 fino ad oggi. Il lupo è un animale che vive in branchi e i branchi hanno i loro territori esclusivi, tanto che all’interno del loro stesso territorio non possono esserci lupi estranei al branco, se ciò accade i lupi sono capaci anche di uccidersi fra loro per il territorio.
Prima sono state occupate tutte le aree della dorsale appenninica, ovvero quelle meno antropizzate, poi, una volta saturati questi territori, il lupo, essendo un animale molto adattabile, ha colonizzato anche le aree collinari e di pianura. Non a caso si regista la presenza di lupi anche in zone costiere, come nel Gargano in Puglia o a Feniglia in Toscana.

Entrando in collina e in pianura possono risultare pericolosi nell’incontro con l’uomo?
Bisogna capirsi bene su questo punto: se lei mi sta chiedendo se il lupo è pericoloso, la mia risposta è che può esserlo così come può esserlo qualsiasi altro animale, sia selvatico che domestico. Quindi, in questo senso, non potrei mai affermare “il lupo non può essere pericoloso”.

Nell’immaginario collettivo il lupo fa però sempre un po’ paura, rispetto ad esempio a un cane.
In Italia tutti tutti gli anni muoiono una ventina di persone per punture di insetto, 4 casi di persone uccisi da un bovino, come è capitato proprio qualche giorno fa a un veterinario ucciso da un toro mentre visitava un vitello. I cani sono causa mediamente di due aggressioni letali all’anno e 70.000 ricoveri, sempre dovute ad aggressioni da cani. Il lupo negli ultimi 200 anni non ha mai morsicato nessuno. Quindi, bisogna avere più paura di un lupo, di un cane o di una vespa? Detto questo, ribadisco che il lupo è un animale che ha paura dell’uomo e se lo vede, quindi, fugge.

Perchè originariamente si è interessato al lupo e poi impegnato nell’associazione?
Perchè è un animale che mi ha sempre affascinato, è molto elusivo, schivo, riesce a stupire ed è difficile da studiare. Inoltre, fra le motivazioni principali che mi hanno spinto a fare attività con l’associazione, sono i continui attacchi mediatici nei confronti dei lupi che riportano notizie scorrette.

Ad esempio?
Per esempio che i lupi sono stati reintrodotti. E’ assolutamente falso: il lupo ha fatto tutto da solo.

Il lupo può essere addomesticato?
Il cane è il risultato della domesticazione del lupo avvenuta moltissimi anni fa.

Il nome della vostra associazione, “Io no ho paura del lupo”, pare già un messaggio chiaro che volete dare. E’ così?
Il nome dell’associazione è provocatorio: non bisogna avere paura quando le paure sono infondate. Bisogna essere informati e consapevoli, fermo restando che ciascuno è libero di avere la propria opinione, ma conoscendo la realtà delle cose, non su favole o legende.

Marina Bortolani