Apprendiamo con favore il gesto simbolico che ha portato il Primo Tricolore alla relatrice ONU Francesca Albanese: tuttavia i simboli non bastano. Occorre trasformare la solidarietà in atti amministrativi concreti.
In coerenza con lo Statuto comunale che ripudia la guerra e promuove la pace, chiediamo al Consiglio comunale di approvare la mozione che dispone: la sospensione immediata, da parte di FCR, di ogni rapporto di fornitura, distribuzione e vendita di prodotti TEVA e delle sue controllate fino al cessate il fuoco e alla fine delle operazioni militari contro la popolazione civile di Gaza;
l’individuazione urgente di fornitori alternativi che garantiscano la continuità terapeutica senza oneri aggiuntivi per i cittadini;
la trasmissione della mozione alla Regione Emilia-Romagna, all’ANCI e al Governo italiano, promuovendo un fronte istituzionale per azioni di boicottaggio etico verso aziende collegate a pratiche che alimentano violazioni dei diritti umani;
la promozione, insieme alle associazioni locali, di iniziative pubbliche di informazione e sensibilizzazione sulla crisi umanitaria a Gaza.
Come fu per il Sud Africa in passato, Reggio Emilia ha una storia di impegno per la pace; è il momento di confermarla con scelte responsabili e misurabili.
Serve responsabilità istituzionale: la città di Reggio Emilia non può limitarsi alle dichiarazioni quando in gioco ci sono diritti umani e responsabilità etiche.
Lo ribadiamo con chiarezza: nella Striscia di Gaza sta avvenendo un genocidio. Definirlo “guerra” equivale a ignorare la realtà di civili inermi, affamati, bombardati e sistematicamente privati di aiuti e protezione. La contrapposizione militare tra eserciti non è il contesto cui stiamo assistendo: qui sono civili — bambini, donne, anziani — le vittime principali.
I fatti terroristici del 7 ottobre 2023, compiuti da Hamas, vanno condannati senza attenuanti — e lo facciamo mille e diecimila volte — ma questi attentati non possono e non devono giustificare lo sterminio e la distruzione che si stanno verificando a Gaza. Nessuna azione terroristica può legittimare violazioni di diritti umani su scala così ampia ai danni di civili non colpevoli di nulla.