È finalmente disponibile il catalogo fotografico della Mostra “Un tocco di classe: l’occupazione delle Reggiane 1950-51”.
Un racconto per immagini che prova a dar seguito idealmente al percorso fotografico che per oltre sei mesi – dall’aprile 2022 al gennaio 2023 – è stato allestito in una partecipatissima mostra al Capannone 18 delle ex-Officine Reggiane, oggi Parco Innovazione.
Stampato in 500 copie dalla Camera del Lavoro come summa finale di un’esposizione che per mesi ha riscosso grande successo di pubblico, – con oltre 15.000 visitatori – è stata teatro di eventi collaterali importanti ed è stata capace di raccontare, come non era ancora stato fatto, la storia delle Reggiane dal punto di vista dei conflitti sociali e dell’azione di classe.
Oltre cento foto e numerosi qr code – che consentono di ascoltare le narrazioni audio con la voce di Massimo Zamboni e di guardare un video-racconto della mostra – si snodano lungo le pagine del catalogo che è ora possibile reperire sia in Camera del Lavoro – Via Roma, 53 a Reggio Emilia – sia presso lo Spazio Gera – Largo XXV Aprile -.
Attraverso le fotografie si ripercorre la storia di un conflitto sociale durissimo che culminò nell’occupazione, per oltre un anno, dello stabilimento dove gli operai e i tecnici – senza percepire stipendio alcuno- autogestirono la produzione dopo l’abbandono dello stabilimento da parte della Direzione dell’azienda, al tempo controllata dallo Stato tramite il Fim (fondo per la riconversione post-bellica delle imprese industriali del settore meccanico).
Una vicenda quasi epica di “resistenza sociale”, ma non solo.
“L’idea di realizzare questa mostra è scaturita principalmente da un vuoto. Si è pertanto inteso dare spazio a due idee di fondo rappresentate nella mostra prima e nel catalogo oggi.
La prima – spiega Valerio Bondi, ideatore e curatore della mostra per la Cgil di Reggio Emilia – che non esiste una storia omogenea della comunità locale perché nel materiale dipanarsi degli accadimenti si misurano una “comunità di lotta” e una parte che la osteggia generando uno scontro sociale pesantissimo, molto lontano da un romantico e un po’ ovattato “come eravamo” .
La seconda, – continua Bondi – che la vicenda industriale delle Reggiane, sganciata dall’azione politica della classe operaia, si colloca in un contesto tutto sommato periferico rispetto ai grandi snodi di senso della vicenda nazionale. E che tale azione di classe si caratterizzava sia su un terreno strettamente sindacale, di carattere economico-rivendicativo, sia marcatamente politico nel tentativo di resistere alla “restaurazione capitalistica “in atto”. Due dimensioni, quindi, che né la storia della comunità locale ne l’evoluzione del lavoro e della tecnologia sono in grado di cogliere e sviluppare pienamente”.
“In una fase storica che sembra tutta piegata sull’istantanea da rubare e da condividere, sulla dittatura dell’istante, l’investimento sulla memoria è un’operazione che può apparire a seconda del punto di osservazione, eroica o velleitaria – conclude Cristian Sesena, Segretario generale della Cgil reggiana – Per la Camera del Lavoro di Reggio Emilia, più semplicemente, si tratta di un investimento necessario, quasi dovuto non solo verso le decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati, che rappresentiamo, ma verso tutta la città.
“Un tocco di Classe” ha rappresentato l’apice di questo processo, un momento di sintesi piena fra la nostra visione politica e la sua realizzazione artistica. Il nostro impegno ora proseguirà nei confronti della neo eletta amministrazione comunale per realizzare un progetto, già in parte abbozzato con quella uscente: un museo diffuso negli spazi delle ex Reggiane per far convivere anche visivamente passato e futuro, garantendo una cittadinanza permanente alla memoria delle lotte degli operai delle Reggiane”.