Vivo in centro storico da oltre 15 anni per scelta. La vita in centro mi consente di usare poco l’auto e muovermi in bici per lavoro e altre attività. Sono felice di questa scelta da cui trae vantaggio anche mio figlio che in questo quartiere ha acquisito già dalla prima media buona autonomia e la tranquillità di muoversi in una zona gran parte coperta da zone pedonalizzate e ztl.
In centro ho svolto moltissima della mia attività nei movimenti cittadini che nelle vie e nelle piazze ha espresso proteste, manifestazioni ed eventi culturali di base.
Oggi però da questa zona importante della città ne scaturisce una percezione di crisi. Un centro storico inteso come centro commerciale naturale che non funziona più. C’è chi incolpa le scelte dei decenni passati in particolare lo spostamento di Inps e tribunale, c’è chi lo riconduce alla nascita dei centri commerciali ed alla chiusura delle sale cinema. Dinamiche che va ricordato colpiscono tutti i centri storici della nostra regione riconducendo la crisi dei centri alla concorrenza spietata del commercio online che di fatto mette fuori mercato la maggior parte dei negozi. Tutto vero.
Proviamo però a partire dal dato storico per definire un contesto urbano e porci alcune domande, il centro è sempre stato cosi, inteso unicamente come galleria di ristoranti, locali ed esercizi commerciali? Ha senso continuare a pensare il centro in questo modo senza concepirlo anche come luogo dove la gente ci vive, stimolando nuova attrattività residenziale?
Vorrei mappare le proprietà per capire quali meccanismi della rendita innescano il fenomeno dello sfitto, molto vistoso in centro. E poi ripensare al centro come un quartiere con i suoi abitanti, vie animate con attività economiche di prossimità, spazi verdi più curati, luoghi sociali e culturali gratuiti slegati dal consumo. Idee queste confermate anche da valutazioni scaturite nei lavori della consulta centro storico e che personalmente condivido.
Perché non pensare il centro come ad un luogo dove soddisfare la domanda di alloggi universitari. Riitrovando la sua perduta vocazione di quartiere, affiancato dalle tradizionali presenze dei teatri e dei mercati, il centro acquisirebbe quella vitalità e peculiarità trainanti anche per le attività commerciali che oggi lamentano difficoltà.
Un centro storico vissuto dai suoi abitanti ed attraversato dai flussi in entrata ed uscita con modalità di trasporto sempre piu pubbliche ed a basso impatto sul traffico veicolare privato è un idea vincente ed attrattiva.
Io mi candido affinché il centro storico possa tornare a fiorire e ritornare ad essere il cuore pulsante della città, combinando in armonia le sue funzioni pubbliche, sociali ed economiche.
Federica Zambelli – Candidata Sinistra in Comune #MassariSindaco