“La Festa della Repubblica che celebriamo oggi è certamente una festa di libertà e democrazia, e perciò è parimenti una festa della nostra Costituzione che è stata costruita e ha successivamente consentito la diffusione, la garanzia e la crescita di quei valori, di quei principi e diritti, di quell’equilibrio fra i diversi poteri dello Stato nella società, nella cultura, nelle coscienze delle persone. Principi repubblicani difesi dal sacrificio di tante donne e uomini delle istituzioni; principi che hanno consentito a un popolo di resistere e superare una storia fatta anche di fragilità istituzionale, di grandi crisi, di passaggi drammatici, quali la strategia della tensione, il terrorismo, lo stragismo mafioso”, ha detto stamani il sindaco Luca Vecchi, intervenuto alla celebrazione della Festa della Repubblica in piazza della Vittoria.
“E’ bello e necessario perciò – ha aggiunto il sindaco – pensare che, nel 77° anniversario della Repubblica, nel giorno in cui gli italiani e le italiane scelsero – esito non scontato – fra Repubblica e monarchia, ricorrano i 75 anni della Carta costituzionale, nata da un’Assemblea costituente finalmente composta da donne e uomini. Nata cioè dall’affermazione di un ulteriore, fondamentale diritto, quello di eguaglianza e pari dignità che è alla base del Suffragio universale.
“Una delle donne elette alla Costituente – ha sottolineato – fu una nostra concittadina, Nilde Iotti, la stessa che qualche tempo prima, il 4 marzo 1946, in questa piazza, parlò alle donne della sua città, che aspettavano il suffragio universale, il pieno e dovuto diritto a partecipare alla vita politica e sociale della Repubblica nascente. Ed è significativo il fatto che la svolta repubblicana nel nostro Paese si ebbe in coincidenza con la partecipazione al voto delle donne; è importante notare come il cammino della nostra Repubblica sia intrecciato con quello della nostra città”.
Parlando di fraternità, il sindaco ha poi ricordato le popolazioni della Romagna duramente colpite dalle recenti alluvioni: “Anche in questo caso, i valori costituzionali hanno un peso, in tema di eguaglianza e diversità. Nel nome della nostra regione, Emilia è unita a Romagna da un trattino. E’ un trattino che insieme distingue e unisce saldamente, indica fraternità. Dunque libertà, eguaglianza e, appunto, fraternità: i primi due valori non possono reggersi senza il terzo. Fraternità non è altro che amicizia e la nostra amicizia, il nostro legame con le popolazioni romagnole c’è ora e continuerà ad esserci anche quando i riflettori sul disastro si saranno spenti”.
E, rispetto al conflitto in Ucraina: “La pace è un valore costituzionale, un principio per il quale l’Italia repubblicana è impegnata e per questo la comunità nazionale, nel suo insieme e con le sue istituzioni, è chiamata a lavorare per raggiungere una soluzione del conflitto e quindi la pace”.
A conclusione della cerimonia, il sindaco ha donato a due studenti che oggi diventano maggiorenni – Mattia Ferrari e Gloria Sherifaj (non presente per un contrattempo, la neo diciottenne ritirerà il volume nei prossimi giorni) – una copia della Costituzione Italiana.
La celebrazione si era aperta con l’Alzabandiera e l’Inno nazionale eseguito dalla banda Filarmonica Città del Tricolore. Dopo la deposizione di una corona d’alloro al monumento dei Caduti di tutte le guerre, il prefetto Maria Rita Cocciufa ha letto il messaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella per il 2 Giugno e il presidente Giorgio Zanni ha portato il saluto della Provincia. Fra i sindaci e le altre autorità presenti, anche l’arcivescovo della Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla, Giacomo Morandi.