Leonello Boschiroli

“Alt: non si faccia l’errore di snobbare il grande risiko bancario. Le banche stanno cambiando assetti, massa e obiettivi e il risultato è e sarà sempre più la riduzione della loro presenza fisica sul territorio. Si chiama desertificazione bancaria, significa posti di lavoro che ballano e meno servizi per tutti nei comuni più fragili di Reggio Emilia”.

Lo spiega Leonello Boschiroli, leader di First Cisl Emilia Centrale, categoria che con Fondazione Fiba ha firmato la nuova indagine che censisce non solo la chiusura degli sportelli bancari – appunto: la desertificazione – ma pure i nuovi nuvoloni che stanno arrivando veloci.

Nel Reggiano sono 4.915 i lavoratori del settore bancario (dati anno: 2024) e la nostra provincia è prima nella classifica italiana delle province meno desertificate. Un podio condiviso in regione con Ravenna e Ferrara.

Tutto bene? No, assolutamente. Tre sono i comuni reggiani da attenzionare, perché molto periferici e dipendenti da un’unica filiale:  Vezzano sul Crostolo, Baiso e Vetto.

“In questi territori la presenza bancaria è un segmento essenziale del sistema dei servizi. La perdita dell’ultimo sportello trasformerebbe la vulnerabilità potenziale in una desertificazione totale, con ripercussioni immediate sulle famiglie, sulle microimprese e sulle attività produttive che costituiscono il tessuto economico di prossimità”, spiega Boschiroli.

NUVOLONI IN ARRIVO

I nuvoloni stanno arrivando a rimorchio del risiko bancario. Il peso del Gruppo Bper nella geografia bancaria locale costituisce un fattore di potenziale criticità.

A seguito dell’acquisizione della Popolare di Sondrio, la banca ha annunciato la forbice per 90 sportelli nel Centro-Nord: una prospettiva che pesa in modo particolare su Modena – sede storica dell’istituto – e che deve tenere in allerta anche Reggio, dove Bper dispone di circa 28 sportelli fisici (filiali).

Ma non solo. “Preoccupano i rumors di una probabile futura acquisizione di Crédit Agricole Italia con Banco Bpm e della conseguente fusione. Ecco, anche in provincia di Reggio gli sportelli di Crédit Agricole Italia sono presenti negli stessi comuni di quelli del Banco Bpm, e ciò provocherebbe una razionalizzazione e una ulteriore chiusura di sportelli”.

Solo a Reggio capoluogo ci sono circa sei sportelli Crédit Agricole e 10 del banco Bpm. E a Bagnolo, Montecchio, Guastalla, Correggio, Reggiolo e Scandiano le due banche si sovrappongono.

Un tema che chiama in causa il destino dei lavoratori e con loro le condizioni dei clienti.

“Se un reggiano fosse cliente, ad esempio di entrambe le banche che si vanno ad aggregare, quali certezze potrebbe avere di mantenere le condizioni contrattuali di cui disponeva prima della loro fusione/acquisizione? Anche con questa lente di ingrandimento, chiunque può toccare con mano quanto la desertificazione bancaria sia un fatto sociale che è molto, molto importante”.

DIGITALE: RIVOLUZIONE ED ESCLUSIONE

Infine, internet e l’intelligenza artificiale. Le grandi banche si stanno concentrando qui con le nuove assunzioni e gli investimenti. “I dati di preferenza a favore dei servizi digitali sono impressionanti e, di conseguenza, lo sportello fisico è sempre meno scelto dai nuovi correntisti. Anche in Emilia-Romagna, che col 64% è la quarta regione in Italia col maggior utilizzo di internet banking (dietro per una incollatura a Trentino, Lombardia e Veneto).  Il futuro è questo ed è fondamentale che le Istituzioni non dimentichino di proteggere chi rischia di essere tagliato fuori dalla rivoluzione digitale”, chiosa Boschiroli.