“Non si può andare avanti così. La violenza contro i sanitari non è più la storia strana di un anno sfortunato ma è diventata un fatto strutturale. Chiediamo di reagire, di farlo bene e insieme, dopo un 2024 che è stato l’anno peggiore di tutti. Cisl Fp ha messo a disposizione di Ausl sei proposte sulle quali domandiamo di aprire un confronto”.
Così Gennaro Ferrara, leader di Cisl Fp Emilia Centrale, ha aperto stamane il presidio organizzato dal sindacato davanti al Santa Maria Nuova, dove lo scorso anno si è consumato il 70% delle violenze che hanno colpito 305 sanitari nei primi dieci mesi dell’anno.
Insieme a Ferrara, i sanitari reggiani aggrediti lo scorso anno, Aldo Aragiusto, segretario del Siulp (Sindacato Unitario dei Lavoratori della Polizia) di Reggio Emilia e Rosamaria Papaleo, numero uno della Cisl Emilia Centrale.
Proprio Papaleo è stata netta: “I cittadini e le cittadine di Reggio non vogliono dare alcun alibi a chi picchia e insulta. Non c’entra il covid, non c’entrano le liste d’attesa. C’entra la cultura del rispetto che per troppi è finita sotto le scarpe. E’ fondamentale chiedere alle persone di avere cura per chi cura, ma la differenza la può fare la capacità di colpire chi alza le mani o alza la voce contro chi ci salva la salute e la vita. Anche questa è una questione di sicurezza e chiediamo alle Istituzioni di Reggio di far sentire la loro voce”.
IL PIANO SICUREZZA DI CISL FP
Il pacchetto sicurezza è stato inviato ufficialmente nei giorni scorsi all’Ausl e alla Conferenza territoriale sociosanitaria di Reggio, il board che riunisce i Sindaci di tutta la provincia. Per il personale che lavora all’interno degli ospedali reggiani e nei servizi ad alto rischio (come PS, Rems e Servizio psichiatrico diagnosi e cura, epicentri della violenza contro i sanitari) Cisl Fp Emilia Centrale chiede braccialetti geolocalizzati per la chiamata tempestiva dei soccorsi, il potenziamento della videosorveglianza e l’istituzione del posto di polizia h24.
Per i sanitari che, invece, operano sui mezzi del 118 “è indispensabile la dotazione di bodycam per filmare le operazioni di soccorso – spiega Ferrara –. Ricordiamo l’importanza delle prove video per far scattare le pene severe previste dalla nuova legge Nordio”. Infine, Cisl considera essenziale fornire ai sanitari aggrediti la piena e gratuita assistenza legale aziendale, sia durante la denuncia, sia in sede di un eventuale processo. E per il sindacato è fondamentale che l’Azienda si costituisca parte civile, destinando gli eventuali risarcimenti ad un fondo antiviolenza specifico.
“Sono misure estremamente operative, nate ascoltando i professionisti picchiati e insultati ogni giorno. Misure dal basso che sono entrate nel contratto nazionale per la sanità pubblica, fino ad ora scippato dai soliti noti della sinistra sindacale per pura propaganda politica”, attacca il sindacalista Cisl Fp.
UN INCONTRO COL QUESTORE DI REGGIO
Dal Siulp arriva la più forte solidarietà ai sanitari reggiani. ‘Siamo poliziotti, conosciamo il valore del sacrificio e del servizio a favore degli altri. Lo stesso sacrificio che si caricano infermieri, oss, tecnici di laboratorio e medici – evidenzia Aragiusto –. Siamo profondamente grati a tutto il personale sanitario per il loro impegno e la loro dedizione. Non siamo qui solo per dire loro grazie e dirlo col cuore. Siamo qui per confermare che chiederemo insieme alla Cisl e alla Cisl Fp un incontro al Questore, per trovare il modo di organizzare un presidio maggiore delle forze dell’ordine, anche intensificando i controlli sul quadrante notturno. E’ vero, gli organici sono pochi ma la violenza contro i sanitari va arginata e i numeri confermano la necessità di una soluzione condivisa. Siamo fiduciosi che il Questore, molto sensibile a queste tematiche, saprà accogliere le nostre istanze per garantire la sicurezza del personale sanitario“.
IO, PRESO A PUGNI IN UNA RISSA NEL PS
Raffaele è un infermiere in servizio al Ps del Santa Maria. Interviene al presidio per raccontare la sua storia, insieme a tanti altri colleghi che sono passati o che hanno mandato un loro messaggio di incoraggiamento.
Durante una notte di servizio, l’estate scorsa, Raffaele ricevette in Ps le vittime di un accoltellamento in centro. La guerra tra bande rivali proseguì nell’ospedale, con sangue ovunque. Tentando di salvare una collega oss, Raffaele venne preso a pugni. “Tutti i giorni accadono cose di questo tipo, tra sputi, insulti e aggressioni. Ora hanno chiuso finalmente il triage, almeno siamo schermati dagli sputi. Ma c’è tanto da fare per la sicurezza, subiamo di ogni – racconta l’infermiere –. Il turno di notte è micidiale, hai 50-60 persone in attesa che magari aspettano dalle 8 del mattino. Provate ad immaginare come stanno, ciò non toglie che debbano aggredire noi che siamo lì a fare il nostro lavoro al meglio. Cosa mi aspetto da una giornata come questa? Di avere più tutele, di avere un posto di polizia h24. Lo abbiamo solo al mattino, intorno alle ore 15 chiude. Poi resta una sola guardia giurata per tutto l’ospedale, che spesso è chiamata altrove da altre emergenze”.
LE TESTIMONIANZE DAL FRONTE
Antonio Scarinzi, Oss strangolato al Santa Maria
Sono Antonio Scarinzi, OSS dell’AUSL di Reggio Emilia, e voglio raccontare l’aggressione che ho subito in pronto soccorso il 7 ottobre scorso, un episodio che ha segnato profondamente la mia vita personale e professionale. Ciò che mi ha colpito maggiormente, oltre alla violenza subita, è stato il senso di solitudine seguito all’iniziale attenzione mediatica
Se al mio posto si fosse trovato un collega o un collega di corporatura minuto, la situazione avrebbe potuto peggiorare. Inoltre, per una serie di vicissitudini, mi ritrovo a non avere ancora un reparto definitivo, il che non fa altro che aumentare il mio disappunto per l’accaduto. Un altro aspetto da non sottovalutare è la tutela legale, il cui costo ricade interamente su di me. In un momento storico difficile, con una famiglia da mantenere, mi trovo costretto a scegliere tra sostenere le spese legali o provvedere al mantenimento della mia famiglia. Il documento redatto dalla Cisl Fp Emilia Centrale sottolinea, infine, la necessità di un approccio integrato tra istituzioni, aziende sanitarie e sindacati, affinché si garantisca un ambiente di lavoro più sicuro e si tuteli chi, ogni giorno, dedica la propria professionalità. Spero che questa giornata possa dare seguito a quanto denunciato da tempo e dare sempre maggiore forza ai colleghi che si troveranno nelle mie stesse condizioni, oltre a contribuire alla riduzione di questi episodi di violenza.
Elisa e le aggressioni verbali sul lavoro
Mi chiamo Elisa Fiumefreddo e lavoro come supporto amministrativo presso l’Azienda Usl di Reggio Emilia. Voglio raccontare le aggressioni verbali che sono costretta a subire ogni giorno nel mio ruolo, che prevede di fornire indicazioni alla cittadinanza e agli utenti dell’Azienda per la quale lavoro da diversi anni.
Sempre più spesso gli utenti si mostrano pretenziosi e aggressivi. L’umiliazione subita in pubblico e il senso di impotenza che ne deriva sono tra le cose che mi feriscono di più. Trovarsi di fronte a una platea di persone in attesa, ricevere offese denigratorie e sentire addosso lo sguardo di tutti è un’esperienza difficile da spiegare a chi non la vive in prima persona a volete non lo capisce totalmente.
Ciò che rende tutto ancora più frustrante è l’assenza di tutele. Spesso, invece di ricevere supporto, ci si ritrova a dover giustificare situazioni che non dipendono da noi, ma da errori di comunicazione, informazioni errate o dalla progressiva scomparsa di visite urgenti all’interno del Sistema Sanitario Nazionale.