Il reggiano Don Roberto Fornaciari nuovo Vescovo di Tempio Ampurias in Sardegna

E’ un reggiano il nuovo vescovo di Tempio Ampurias in Sardegna.
Don Roberto Fornaciari, camaldolese benedettino, priore del monastero di Camaldoli, originario di Rivalta, è stato nominato oggi da Papa Francesco alla guida della diocesi sarda.

Nato a Reggio il 23 dicembre 1963, è entrato nella Congregazione Camaldolese dell’Ordine di San Benedetto e ha emesso la prima professione il 7 ottobre 1989. Ha conseguito il baccalaureato in Teologia presso lo Studio Teologico Interdiocesano di Reggio Emilia, la Licenza in Teologia Dogmatica e, successivamente, il Dottorato in Storia Ecclesiastica presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma.

È stato ordinato presbitero il 25 aprile 2001.

Ha svolto numerosi incarichi: docente di Storia del monachesimo presso l’Istituto di Teologia della Vita Consacrata «Claretianum» (2003-2007); docente di Storia del monachesimo e della vita consacrata e di ecumenismo presso l’Istituto Beato Gregorio X (2008-2022); Vicario per la Vita Consacrata della Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro e membro del Consiglio Episcopale, del Collegio dei Consultori e del Consiglio Presbiterale; Consultore storico del Dicastero delle Cause dei Santi; Economo, Vice-Priore e, attualmente, Superiore della Comunità del Monastero di Camaldoli.

Dom Roberto è stato operatore pastorale nella parrocchia di Baragalla.

Il 15 gennaio 2013 per iniziativa dell’UCIIM padre Roberto tenne presso il Centro Giovanni XXIII un incontro sul tema “I Mille anni di Camaldoli. Da San Romualdo di Ravenna alla Congregazione camaldolese”, introdotto da Fabrizio Anceschi.

E’ autore di impegnative e solide pubblicazioni, come la recentissima concernente “La soppressione ecclesiastica dei Cenobiti Camaldolesi. Cause ed effetti dell’azione del cardinale Raffaello Carlo Rossi e dell’abate Emanuele Caronti”.

Si è occupato della genealogia episcopale dei vescovi di Reggio del sec. XX; altri suoi volumi dono: “L’anno della Misericordia” e “Dio nel cuore della vita”.

Giuseppe Adriano Rossi