Si è tenuta ieri mattina in prefettura una riunione del consiglio territoriale per l’immigrazione, realizzata nell’ambito del progetto FAMI PONTE – Potenziamento network territoriale per l’inclusione avviato con la cooperativa Caleidos, per coordinare le tante progettualità messe in campo dai numerosi attori pubblici e privati impegnati, a vario titolo, nella gestione del fenomeno migratorio nella provincia di Reggio Emilia.
All’incontro, presieduto dal capo di gabinetto Gabriele Gavazzi, hanno preso parte la vicepresidente della provincia Elena Carletti, l’assessore del comune di Reggio Emilia Marwa Mahmoud e il direttore dell’ufficio scolastico Paolo Bernardi. Hanno inoltre partecipato i rappresentanti della regione Emilia Romagna, della questura, dell’arma dei carabinieri, dell’azienda sanitaria locale, dell’INPS, dell’INAIL, della Caritas diocesana, nonché degli enti locali, delle parti sociali e delle realtà del terzo settore maggiormente coinvolti nella progettazione e realizzazione di iniziative sui temi migratori, tra cui il consorzio Oscar Romero quale ente gestore dei centri di accoglienza straordinaria.
Durante la riunione si è innanzitutto proceduto ad un aggiornamento del “Piano territoriale degli interventi per la gestione del fenomeno migratorio”: si tratta di un documento, redatto a giugno 2023, che raccoglie le principali esigenze del contesto reggiano sulla tematica migratoria e che quindi rappresenta uno strumento a supporto degli attori pubblici e privati per orientarne l’attività progettuale. Successivamente è stata fatta una ricognizione dei progetti in atto o in fase di avvio in favore di cittadini stranieri, allo scopo di instaurare efficaci forme di raccordo tra le stesse evitando sovrapposizioni, in un’ottica di complementarietà delle risorse.
Tra i soggetti istituzionali più attivi sono emersi la regione Emilia Romagna e il comune di Reggio Emilia: la regione è infatti attualmente impegnata nel progetto “Futuro in corso” sull’integrazione scolastica, e nel prossimo autunno darà avvio ad un progetto sull’integrazione socio-lavorativa; il comune di Reggio Emilia, invece, sta lavorando su progetti per il contrasto ai fenomeni di sfruttamento lavorativo in tutte le sue forme (lavoro irregolare, lavoro sommerso, caporalato), favorendone l’emersione e tutelando le vittime anche con appositi servizi legali e di accompagnamento all’autonomia; altri fronti su cui è impegnata l’amministrazione del capoluogo sono la tutela delle vittime di tratta e dello sfruttamento sessuale, il contrasto alle forme di discriminazione e la presa in carico delle fragilità.
Alle fragilità socio-sanitarie, peraltro, è dedicato il progetto dell’azienda sanitaria locale, intrapreso per innalzare i livelli di tutela dei titolari e i richiedenti protezione internazionale più vulnerabili dal punto di vista psico-fisico. Parimenti, l’ufficio scolastico, attraverso la rete dei centri provinciali per l’istruzione degli adulti e in collaborazione con gli enti locali, ha promosso dei corsi di italiano specificamente dedicati alle donne straniere. Altre iniziative illustrate sono state quelle intraprese dalla Caritas che, con fondi propri, ha avviato anche una sperimentazione di Housing first per l’inclusione abitativa, e del consorzio cooperative sociali Quarantacinque che promuove incontri interculturali e laboratori linguistici per favorire il dialogo e l’integrazione delle categorie più deboli.