“Un presepe in ogni casa” era stato l’invito lanciato dall’arcivescovo Giacomo in coincidenza con l’ottavo centenario dell’invenzione del primo presepe fatta a Greccio da San Francesco d’Assisi.

E’una bellissima tradizione plurisecolare quella del presepe: presente nelle case, nelle chiese; ma, perché no, in ogni luogo di vita, di lavoro, nelle scuole, negli ospedali, nelle carceri, nelle piazze, nelle vetrine.

La ricorrenza centenaria era stata celebrata da Papa Francesco nella lettera apostolica “Admirabile signum”: il mirabile segno del presepe, così caro al popolo cristiano, suscita sempre stupore e meraviglia. Rappresentare l’evento della nascita di Gesù, equivale ad annunciare il mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio con semplicità e gioia. Il presepe, infatti, è come un Vangelo vivo.

Anche in occasione della recente festa del patrono San Prospero l’arcivescovo Giacomo aveva ribadito che occorre una “sana gelosia” per i simboli cristiani che hanno costruito la nostra comunità. E accennando alla festa del Natale, che si celebra da due millenni, ha raccomandato che non manchi il Presepe introdotto da San Francesco – patrono d’Italia e tessitore di pace, valorizzando così l’identità cristiana della nostra terra. “Celebrando il Natale, non dimentichiamo il Festeggiato” aveva raccomandato mons. Morandi, evitando di ridurre la ricorrenza agli “auguri invernali; concetto ribadito il 2 dicembre scorso in occasione del ritiro d’avvento con le aggregazioni ecclesiali.

Giuseppe Adriano Rossi