Sarà intitolata alla partigiana Agata Pallai la nuova piazza di Villa Cella realizzata nell’ambito dei lavori per il completamento della Ciclovia 1 Ovest, situata in prossimità dell’ex sovrappasso lungo la via Emilia. Lo ha stabilito la Giunta comunale, in accordo con la Commissione toponomastica, accogliendo la proposta fortemente caldeggiata degli stessi cittadini della frazione in un’assemblea pubblica promossa dalla Consulta A e dall’Anpi di ricordare la partigiana Luisa – questo il nome da staffetta di Agata Pallai – in quanto personalità femminile di grande rilievo e per la sua coraggiosa attività di militante partigiana di stampo cattolico.

“Con questa scelta – ha detto il vicesindaco con delega alla Toponomastica Lanfranco De Franco – abbiamo accolto una richiesta molto sentita dagli abitanti di Villa Cella e dalle associazioni partigiane per ricordare la memoria di una donna di grande coraggio quale Agata Pallai. Una figura importante della Resistenza a livello cittadino, fondamentale nel mantenere i rapporti tra i partigiani cattolici della montagna e quelli di pianura grazie alla sua attività di staffetta: vorrei ricordare inoltre il suo impegno in prima persona per la liberazione del professor Pasquale Marconi, personalità importante della democrazia cristiana arrestato a Castelnuovo Monti e destinato alla fucilazione. La scelta di una donna di valore come Agata Pallai si inserisce inoltre all’interno di un progetto più ampio che promuove una toponomastica più inclusiva e al femminile: un percorso già iniziato la scorsa estate con l’intitolazione del nido scuola di via Verdi a Rita Levi-Montalcini e che proseguirà con determinazione anche in futuro”.

La decisione della Giunta sarà seguita dal passaggio in Prefettura per la convalida dell’intitolazione, che sarà poi festeggiata con i residenti di Villa Cella in occasione di un cerimonia pubblica in programma in primavera.

Agata Pallai, nome di battaglia Luisa, nasce a Collagna l’8 giugno 1916 e rappresenta una delle più importanti figure femminili della resistenza reggiana. Lei e il fratello Don Luca, parroco di Cella, erano entrambi convinti antifascisti democristiani e furono il centro del collegamento tra le truppe democristiane di montagna e di pianura. Agata in particolare operava come staffetta e il fratello Don Luca ospitava nella sua parrocchia giovani disertori che vestiva e sfamava e poi inviava in montagna tra le fila partigiane. La canonica ha anche accolto in più occasioni riunioni del C.N.L. provinciale.

L’opera di Agata Pallai fu fondamentale per tenere i contatti con la montagna: nei primi giorni del giugno ’44, ad esempio, dimostrò il suo coraggio e la sua dedizione quando organizzò un piano per liberare Pasquale Marconi Franceschini, personalità importante della Democrazia Cristiana a Castelnuovo Monti, che ospitava ed assisteva disertori fuggiti in montagna. Marconi fu arrestato il 3 aprile e destinato alla fucilazione, con l’accusa di aver aiutato prigionieri alleati. Agata avvertì il Comando dei partigiani e in particolare il comandante Eros (al secolo Didimo Ferrari) che il 4 giugno il tenente Brino Feretti – aiutante del Console Onofaro e cugino dei Pallai – aveva programmato un viaggio in corriera per Collagna: grazie all’informazione, i partigiani tesero un’imboscata e catturarono il Tenente, che poi fu utilizzato in uno scambio di prigionieri per liberare Marconi e altri tre partigiani.

Il 30 novembre del ’44 alcuni partigiani – tra cui la stessa Agata e don Luca – vennero scoperti e incriminati con l’accusa di appartenere a bande armate “operanti contro le organizzazioni civili e militari della Repubblica Sociale Italiana”. Grazie all’avvertimento del Comandane di zona Lino Alvare Sbrigoli, i due fratelli insieme all’amica Caterina Brindani, la staffetta Lia, riuscirono a scappare appena prima che le Brigate nere si presentassero alla porta, rifugiandosi in montagna, dove continuarono il loro operato fino alla Liberazione. Agata Pallai si è spenta a Reggio Emilia il 4 giugno 1995.