Il pellegrinaggio regionale UNITLSI che dal 27 al 30 agosto porterà a Lourdes centinaia di ammalati e fedeli accompagnati dall’arcivescovo Giacomo Morandi mette in evidenza la profonda e ultrasecolare devozione dei reggiani per la Madonna di Lourdes, apparsa l’11 febbraio 1858 nella grotta di Massabielle a Santa Bernardetta Soubirous.
Neppure dopo tre lustri da quel prodigioso avvenimento si era diffusa in diocesi la devozione alla Vergine; fin dal 1875 il conte Prospero Liberati Tagliaferri ne scriveva sul suo quindicinale “Il Genio Cattolico”. Dal 1895 sono documentati pellegrinaggi di reggiani alla Grotta di Massabielle; e sin dal 1892 il prevosto di Sant’Agostino, mons. Prospero Scurani solennizzava la ricorrenza dell’11 febbraio con l’intervento del vescovo Vincenzo Manicardi. Fu lo stesso mons. Scurani a far costruire in Sant’Agostino una riproduzione della Grotta di Massabielle in quella che un tempo era la cappella di San Giobbe, a destra dell’altare maggiore. Realizzata dall’artista Raffaelli e inaugurata dal vescovo Brettoni il 10 agosto 1912, è sempre stata, per antonomasia, il centro della devozione lourdiana cittadina. La statua della Vergine fu acquistata proprio a Lourdes dal conte Gaetano Castellani Tarabini.
Tra il 1896 e il 1899 veniva edificato sul colle di Montericco il santuario mariano meta continua di pellegrinaggi.
Non va dimenticato, come ricorda mons. Guido Agosti in un suo fondamentale volume, che le apparizione e i miracoli di Lourdes diedero vita agli inizi del secolo scorso anche nella nostra città a consensi e polemiche: ad esempio il 3 ottobre 1909 gli anticlericali portarono al Politeama Ariosto il giornalista dell'”Asino” Guido Podrecca e i cattolici lo stesso giorno fecero in Cattedrale una controconferenza con la partecipazione dello scienziato padre Agostino Gemelli.
Dal 28 agosto al 3 settembre 1928 – in occasione del 70° della prima apparizione – si svolse, in treno, il primo pellegrinaggio della diocesi di Reggio Emilia a Lourdes: i partecipanti erano una novantina assieme al vescovo Eduardo Brettoni; vi partecipò anche una rappresentanza della diocesi di Guastalla con il vescovo Giordano Corsini. Da allora l’incremento dei pellegrinaggi e dei pellegrini: ammalati, dame, barellieri, sacerdoti accompagnatori, volontari non ha avuto sosta.
L’11 febbraio 1958, in occasione dell’anno lourdiano che celebrava il primo centenario dell’apparizione della Vergine nella grotta di Massabielle, veniva dedicata dal parroco don Giuseppe Barbieri nella chiesa di Bagnolo in Piano una cappella alla Madonna di Lourdes. Anche in San Giacomo il priore mons. Antonio Fornaciari volle edificare una cappella dedicata alla Madonna di Lourdes.
Va altresì ricordato che mons. Gianfranco Gazzotti, che dal 1963 ha guidato numerosissimi pellegrinaggi alla grotta di Massabielle, accompagnando tantissimi ammalati e pellegrini, assistendoli con premura e confortandoli con la preghiera, animando le liturgie fu nominato “cappellano onorario” della insigne basilica lourdiense, con il diritto di usare le “insegne corali” previste dal breve di san Pio X. La motivazione dell’onorificenza, decretatagli dal vescovo di Tarbes e Lourdes mons. Jacques Perrier è dichiarata in un perfetto latino curiale nella lettera accompagnatoria alla consegna della “croce di Lourdes”, che il sacerdote ha portato sui paramenti sacri, sostenuta da un cordone azzurro. Vi sono enumerati i tanti meriti di mons. Gazzotti: zelo sacerdotale, peculiare devozione alla Vergine, filiale ossequio alla Santa Sede. L’artistica croce, in ceramica, reca al centro l’immagine della Vergine apparsa nel 1858 nella grotta di Massabielle.
Giuseppe Adriano Rossi