Sono numeri che mettono paura quelli descritti questa mattina nella conferenza stampa convocata da Fim Fiom Uilm Cna e Lapam Confartigianato.
“Le aziende metalmeccaniche reggiane dell’artigianato sono quelle più colpite da ammortizzatori sociali in tutta Italia” spiegano insieme i sindacati dei metalmeccanici e le associazioni di categoria degli artigiani, per la prima volta riuniti in un unico appello.
“Senza ammortizzatori in deroga stanziati dal Governo – prosegue la nota delle Associazioni e delle Organizzazioni sindacali – nei prossimi mesi un intero sistema locale rischia di collassare”.
In questo momento sono 127 le aziende metalmeccaniche artigiane che stanno utilizzando FSBA (la cassa integrazione di settore finanziata da lavoratori e imprese tramite apposito fondo bilaterale) e oltre 1000 lavoratori di queste imprese vedono mensilmente decurtato lo stipendio a causa delle riduzioni di orario.
Attualmente FSBA garantisce per centinaia di imprese, soprattutto metalmeccaniche, per un massimo nel biennio mobile di 130 giornate. In queste giornate il personale posto in cassa integrazione riceve un compenso dal Fondo bilaterale pari a quello che ricevono i colleghi delle imprese industriali in cassa integrazione (ordinaria o straordinaria) dall’Inps.
“Dall’inizio dell’anno 201 aziende hanno utilizzato gli ammortizzatori sociali del settore, coinvolgendo oltre 1500 addetti, e di queste sono 31 le aziende all’ultimo mese garantito, oltre al quale potranno partire licenziamenti e purtroppo il rischio di chiusura di intere aziende”.
In queste 31 aziende lavorano quasi 200 lavoratrici e lavoratori che nelle prossime settimane rischieranno il posto di lavoro, perché con la fine degli ammortizzatori sociali nelle loro aziende diminuiranno gli strumenti per evitare i licenziamenti.
Stiamo parlando di un settore, quello metalmeccanico artigiano del nostro territorio, molto radicato e strettamente legato all’industria metalmeccanica locale, che vede nelle piccole imprese artigiane i propri fornitori e contoterzisti.
“I licenziamenti e le chiusure di piccole aziende artigiane sono un dramma sociale per lavoratori e per le imprese e un rischio per l’intero sistema della metalmeccanica locale che vedrà perdere un patrimonio di competenze e relazioni consolidata in decenni” prosegue la nota di Cna Lapam Confartigianato Fim Fiom Uilm.
Dal 2023 ad oggi sono quadruplicate le aziende che fanno utilizzo di ammortizzatori sociali (+319%), e allo stato attuale “non si vedono all’orizzonte segnali di ripresa” affermano i rappresentanti locali di lavoratori e imprese artigiane metalmeccaniche.
La crisi del settore artigiano è conseguenza della crisi generale della manifattura, in Italia come in Europa.
“Quali sono le cause di questa situazione? Gli alti tassi di interesse bancari che in questi mesi hanno rallentato gli investimenti, la crisi economica della Germania che ha fatto rallentare tutta l’industria del nord-est in Italia, la riduzione dell’export verso Cina e Stati Uniti, il significativo calo del potere d’acquisto delle retribuzioni in tutta Europa che ha danneggiato la domanda interna e ovviamente anche l’incertezza frutto delle guerre che insanguinano Ucraina e Medio Oriente in questo momento – prosegue la nota – al momento nessuna di queste cause sembra vedere una inversione di tendenza e si corre il rischio nei prossimi mesi di assistere al collasso di un intero sistema industriale”.
Nelle prossime settimane aumenteranno le imprese meccaniche artigiane che esauriranno le 130 giornate di FSBA, e senza l’intervento di un fondo straordinario per ammortizzatori in deroga da parte del Governo, a queste imprese e questi lavoratori non sarà data la possibilità di superare la crisi e agganciare una auspicata ripresa economica.
L’appello delle parti sociali del settore metalmeccanico è quindi a tutte le istituzioni coinvolte e al Governo in particolare.
“Servono politiche industriali sia a livello europeo che nazionale, politiche oggi poco incisive per difendere quel bene fondamentale che è l’industria e la manifattura del nostro Paese – concludono – ma soprattutto servono con urgenza ammortizzatori in deroga se non si vuole arrivare a un punto di non ritorno del nostro sistema manifatturiero metalmeccanico”
A conclusione della conferenza stampa i rappresentanti di Cna Lapam Confartigianato Fiom Fim Uilm fanno notare un aspetto:
“Nella nostra storia non era mai capitato che rappresentanti delle imprese e dei lavoratori sedessero dalla stessa parte e prendessero parola insieme, per dire le stesse cose, denunciando gli stessi problemi e proponendo le stesse soluzioni – affermano – se questo è accade, ed è un fatto storico, è per il senso di responsabilità che abbiamo nei confronti di chi rappresentiamo e del territorio in cui viviamo, per questo ci aspettiamo che le istituzioni e soprattutto il Governo non restino sordi”.
Fim, Fiom, Uilm, Cna, Lapam Confartigianato Reggio Emilia