“La notte scorsa (6 ottobre 2024) al Santa Maria un Operatore socio sanitario è stato quasi ammazzato mentre prelevava da un ubriaco un campione di urine. Si è trovato le mani al collo e solo per un caso è ancora vivo. Vogliamo andare avanti così, un pestaggio dopo l’altro? Oppure cerchiamo di alzare, insieme, un argine contro l’onda di piena della violenza? Diciamo la verità: il posto di polizia nel più grande ospedale del territorio non può chiudere alle ore 13:00. Il posto di polizia deve essere aperto h24”.
Così Gennaro Ferrara, segretario generale di Cisl Fp Emilia Centrale, la categoria in prima linea per la difesa dei sanitari, commenta l’ennesimo, drammatico, episodio che ha visto le mani addosso ad uno dei professionisti che si prendono cura di noi.
TRE TIPI DI VIOLENZA
“E’ un bollettino di guerra, prodotta da tre tipi di violenza: quella di chi è alterato perché ubriaco, drogato, mentalmente instabile e attacca i sanitari. Come nel caso della scorsa notte. Poi c’è la violenza dei cafoni, quelli che se ne fregano di tutto e tutti e credono che un pronto soccorso o un ospedale debbano rispondere ai loro ordini. Questo è un tipo di violenza in grande ascesa ed è una violenza del branco – spiega il leader Cisl Fp –. Ad esempio il branco dei parenti che rifiutano di rispettare gli orari di visita e insultano, offendono, minacciano di aspettare il personale nel parcheggio. Il terzo tipo di violenza è quella di chi è esasperato, perché passa ore e ore al pronto soccorso senza una risposta o arriva dopo mesi di attesa a fare la sua visita”.
Per Ferrara sono tre forme di violenza con una cosa che le accomuna: gli ospedali non sono isole felici ma luoghi nei quali “occorre la presenza della Polizia tutto il giorno, affinché possa intervenire in diretta. Tutti gli indicatori ci dicono che quando c’è la divisa della polizia, non solo quella dei vigilantes privati che non hanno poteri di intervento, gli animi si scaldano meno e, comunque, cittadini e sanitari si sentono più protetti”.
IL CARCERE? BENE MA NON BASTA
“Capisco che i poliziotti costano, capisco che i bilanci dello Stato soffrono, ma non è civile chiedere a chi lavora per salvarci la pelle di mettere a rischio la sua. Dico: bene al carcere deciso per chi picchia i sanitari, ma a parere del sindacato non basta. Assolutamente. Occorre intervenire a monte”. E nei campi di battaglia più duri come il servizio psichiatrico di Correggio o la Rems di Reggio, accusa Ferrara, “ci sono pluripregiudicati, criminali che non hanno paura del carcere. Non possiamo chiedere ai sanitari di correre, ogni giorno, a barricarsi nelle guardiole e di rischiare la loro vita”.
L’APPELLO AL SINDACO
Il sistema pubblico può fare tanto “ma serve un Piano Marshall contro la violenza, un’agenda condivisa di cose pratiche. Mi appello all’azienda Usl e al Sindaco Marco Massari, che è un medico e persona molto capace, affinché ci aiutino ad aprire questo cantiere per la sicurezza”, prosegue Ferrara.
ASSISTENTE DI SALA NEI PRONTO SOCCORSI
Garantire la Polizia h24 è fondamentale. Ridurre i tempi di attesa e non lasciare sole le persone è l’obiettivo che viene subito dopo. “Cisl Fp sostiene la necessità di un assistente di sala nei pronto soccorsi, che aggiorni le persone in attesa, risponda ai loro dubbi, aggiorni i pazienti sullo stato della loro visita – evidenzia Ferrara –. Un progetto che ci è stato presentato da infermieri vittime di violenza e che riteniamo fattibile, credibile ed efficace”.
HUB PER EVITARE IL CAOS INFLUENZALE
Infine, sta per arrivare la stagione influenzale e Cisl Fp si chiede: “Vogliamo rassegnarci a leggere i titoli degli ospedali e dei centri pediatrici messi in ginocchio fra un mese o due o vogliamo lavorare per creare degli hub, sul modello dell’esperienza covid, che evitino l’ingorgo produttore di rabbia, insofferenza e violenza?”.