“Domenica 25 agosto una delegazione di Più Europa Reggio Emilia ha fatto visita all’istituto penitenziario di via Settembrini: da tempo, infatti, Più Europa si distingue per la sensibilità nei confronti della situazione critica in cui versano le carceri italiane. Attualmente la struttura reggiana ospita 289 persone (tra le quali quasi la metà stranieri), con due sezioni in ristrutturazione, mentre a regime potrebbe accogliere circa 400 detenuti.
Ecco le principali criticità che (come gruppo politico) denunciamo, a valle della visita in questione:
1. Per prima cosa la ristrutturazione delle due sezioni, per la quale sono stati stanziati i fondi, procede a rilento: i lavori, che servirebbero a garantire un livello sufficiente di condizione igienico-sanitaria nelle celle (presenza di docce e acqua calda), sono iniziati da oltre un anno, ma sono fermi; pertanto i detenuti sono attualmente stipati nelle restanti due sezioni, che ancora non sono a norma.
2. Ma la maggiore criticità è dovuta ai troppi livelli racchiusi nella stessa struttura penitenziaria, che la riforma Nordio non sta contemplando: sia per la gestione dell’ATSM (ex-OPG), con detenuti psichiatrici, sia per la sezione transgender (l’unica in regione), servirebbe un maggiore dispiegamento non solo di guardie carcerarie, ma anche di personale specialistico sanitario/rieducativo, rispetto a quanto previsto per la normale detenzione.
3. A ciò si aggiunge che in molti casi, per i detenuti stranieri, i percorsi di recupero non offrono poi sbocchi lavorativi al termine della pena, a causa della barbara legge italiana sull’immigrazione (voluta da Salvini), nonostante la potenziale disponibilità delle aziende reggiane.
1. Per prima cosa la ristrutturazione delle due sezioni, per la quale sono stati stanziati i fondi, procede a rilento: i lavori, che servirebbero a garantire un livello sufficiente di condizione igienico-sanitaria nelle celle (presenza di docce e acqua calda), sono iniziati da oltre un anno, ma sono fermi; pertanto i detenuti sono attualmente stipati nelle restanti due sezioni, che ancora non sono a norma.
2. Ma la maggiore criticità è dovuta ai troppi livelli racchiusi nella stessa struttura penitenziaria, che la riforma Nordio non sta contemplando: sia per la gestione dell’ATSM (ex-OPG), con detenuti psichiatrici, sia per la sezione transgender (l’unica in regione), servirebbe un maggiore dispiegamento non solo di guardie carcerarie, ma anche di personale specialistico sanitario/rieducativo, rispetto a quanto previsto per la normale detenzione.
3. A ciò si aggiunge che in molti casi, per i detenuti stranieri, i percorsi di recupero non offrono poi sbocchi lavorativi al termine della pena, a causa della barbara legge italiana sull’immigrazione (voluta da Salvini), nonostante la potenziale disponibilità delle aziende reggiane.
Appurate le criticità sopracitate, chiediamo di conseguenza che:
A. La ristrutturazione delle due sezioni chiuse possa riprendere immediatamente, se si conferma la disponibilità dei fondi stanziati, per garantire un trattamento rispettoso dei diritti di ogni detenuto in termini di spazi e servizi.
B. Il Ministero della Giustizia italiano comprenda la complessità della situazione del carcere reggiano, in cui la mancanza di personale compromette l’offerta trattamentale e formativa, e di conseguenza anche gli inserimenti lavorativi. L’eterogeneità dei complessi circuiti detentivi presenti a Reggio Emilia richiedere la presenza di un numero molto più alto di personale specializzato e di guardie carcerarie (ne mancano almeno 40).
C. Si porti avanti la Proposta di Legge a prima firma di Più Europa (grazie al segretario Riccardo Magi), in cui vengono proposte misure alternative contro il sovraffollamento, come ad esempio l’istituzione delle Case di Reinserimento sociale.
A. La ristrutturazione delle due sezioni chiuse possa riprendere immediatamente, se si conferma la disponibilità dei fondi stanziati, per garantire un trattamento rispettoso dei diritti di ogni detenuto in termini di spazi e servizi.
B. Il Ministero della Giustizia italiano comprenda la complessità della situazione del carcere reggiano, in cui la mancanza di personale compromette l’offerta trattamentale e formativa, e di conseguenza anche gli inserimenti lavorativi. L’eterogeneità dei complessi circuiti detentivi presenti a Reggio Emilia richiedere la presenza di un numero molto più alto di personale specializzato e di guardie carcerarie (ne mancano almeno 40).
C. Si porti avanti la Proposta di Legge a prima firma di Più Europa (grazie al segretario Riccardo Magi), in cui vengono proposte misure alternative contro il sovraffollamento, come ad esempio l’istituzione delle Case di Reinserimento sociale.
Attendiamo infine con attenzione lo sviluppo del processo, che ripartirà a settembre, relativo al pestaggio dello scorso febbraio (avvenuto nel carcere reggiano), per capire se si confermeranno o meno i misfatti e i relativi colpevoli.”
Il GRUPPO di +Europa – Reggio Emilia