Reggio Emilia è una delle città italiane più attive nell’impegno per la memoria e la sensibilizzazione su questi temi, che coinvolgono sia la storia collettiva sia le vicende personali e familiari di migliaia di abitanti. Il programma 2024, portato avanti dal Comune di Reggio Emilia, dalla Provincia di Reggio Emilia, dagli altri enti locali in collaborazione con le associazioni partigiane e della memoria e di Istoreco. Oltre che con il sostegno della Regione Emilia-Romagna.
L’attività più vasta e coinvolgente è la posa di 22 nuove pietre inciampo. Di cosa si parla? Di piccoli monumenti collettivi, cubi d’ottone incastrati nell’asfalto, sistemati davanti alle case dove le vittime del nazismo hanno vissuto libere per l’ultima volta. Sistemate all’altezza del terreno, sono pensate per far simbolicamente inciampare il passante, per fargli porgere lo sguardo al suolo, dove si troveranno i dettagli anagrafici del ricordato. A oggi, le pietre posate sono 96, le 22 nuove pietre nel 2024 porteranno il totale a 118.
Militare di carriera, partito da Rubiera per la prima volta nel 1933, è stato catturato nel settembre 1943 nei Balcani, dopo l’armistizio e l’occupazione nazista dell’Italia, quando aveva il grado di sergente maggiore e si trovava nei Balcani, assieme alle truppe italiane impegnate nella zona assieme a quelle tedesche che avevano invaso l’area. I tedeschi, da alleati, divennero nel giro di pochi giorni nemici, e misero centinaia di migliaia di soldati italiani di fronte a una scelta. Unirsi a loro, e al rinato regime fascista della Repubblica di Salò, o essere considerati avversari, imprigionati e deportati nei campi di lavoro, come schiavi.
Vito Annovi, come migliaia di altri militari, tra cui quasi 8mila reggiani, ha scelto di non affiancare ancora Hitler e Mussolini. E ha pagato il prezzo più alto. Il rubierese è morto a 32 anni il 7 marzo 1945, prigioniero dei nazisti nel campo di Rottenmann, a causa di una polmonite non curata, quando pesava solo 40 kg dopo anni di privazioni. Alcuni suoi compagni sopravvissuti riportarono il portafogli ed il suo diario ai famigliari, a Rubiera, vicino ai laghetti di Calvetro. La sua salma è sepolta nel cimitero italiano di Reiferdorf, località vicina a Mauthausen.