Severo per Reggio Emilia il giudizio dell’annuale indagine sulla “Qualità della vita 2023” del quotidiano Il Sole 24 ore: si colloca al 16° posto su 107 perdendo ben tre posizioni rispetto allo scorso anno. Ci sopravanzano in regione: Bologna (2^), Modena (7^), Parma (11^).
Molto istruttiva, ma anche preoccupante, risulta la lettura nel dettaglio delle singole sette tappe che hanno consentito la formazione della graduatoria.
Prima tappa “Ricchezza e consumi”: Reggio si colloca in sesta posizioni, in risalita. Questi alcuni degli indicatori utilizzati: valore aggiunto per abitante, depositi bancari delle famiglie, spesa delle famiglie per il consumo di beni durevoli, famiglie con ISEE basso, protesti pro capite.
Seconda tappa “Affari e lavoro”: siamo in 17^ posizione, in risalita; alcuni degli indicatori presi in esame: start up innovative, nuove iscrizioni e cessazioni, fallimenti, giovani che non lavorano e non studiano (NEET).
Terza tappa “Demografia sociale e salute”: la nostra provincia si conferma al 15° posto ; tra gli indicatori si evidenziano: quoziente di natalità, speranza di vita alla nascita, saldo migratorio, immigrati regolari residenti, laureati, posti letto per specialità ad alta assistenza, consumo di farmaci per obesità.
Ma è con la quarta tappa “Ambiente e servizi” che cominciano a farsi sentire le dolenti note il nostro territorio si colloca ben al 46° posto su 107, in discesa. Sono stati presi in esame, tra gli altri, questi indicatori: ecosistema urbano, scuole accessibili, consumi energetici, amministrazioni digitali, qualità della vita dei bambini, delle donne, dei giovani e degli anziani; progetti PNNR, temperature.
Non bene anche per la quinta “Giustizia e sicurezza”: siamo al 24° posto in discesa. Quali gli indicatori? Indice di criminalità; furti con destrezza, in abitazione, di autovetture, con strappo; rapine in pubblica via, reati legati agli stupefacenti, estorsione, riciclaggio e impiego di denaro, incendi, delitti informatici, indice di litigiosità, quota cause pendenti ultratrentennali, durata media delle cause civili, mortalità per incidenti stradali.
Male veramente la posizione ottenuta nella sesta tappa “Cultura e tempo libero”: siamo al 53° posto e in discesa. Questi gli indicatori utilizzati: offerta culturale, patrimonio museale, addetti nelle imprese culturali, indice di lettura, banda larga, amministratori comunali con meno di 40 anni, partecipazione elettorale, ingressi a spettacoli, librerie; bar, ristoranti; palestre, piscine e stabilimenti termali; servizi di centro benessere, indice di sportività, indice del clima, banda larga.
Per quanto riguarda la settima “Qualità della vita delle donne” Reggio Emilia è alla 36^ posizione, per fortuna in risalita. Dodici gli indicatori utilizzati anche in questo caso: violenze sessuali (denunce ogni centomila abitanti), speranza di vita delle femmine, laureate, tasso di occupazione, tasso di occupazione giovanile, gap occupazionale di genere, imprese femminili, giornate retribuite, amministratori di impresa donna, amministratori comunali donne, sport femminile, competenza numerica non adeguata (in percentuale sul totale delle studentesse, classe III, secondaria primo grado).
Dunque, luci, ma anche numerose ombre su cui occorre lavorare per assicurare non solo una migliore qualità della vita, ma soprattutto il raggiungimento del bene comune.
Giuseppe Adriano Rossi