“La palestra dello Zanelli è certamente un intervento importante e atteso dalla popolazione scolastica, ma la sua progettazione non ha purtroppo tenuto conto delle preesistenze a verde, né ha voluto valutare modifiche in grado di salvare la grande quercia dei campi sportivi.
Il Comune di Reggio – nello specifico il servizio Qualità e sostenibilità della città pubblica – aveva espresso parere negativo circa l’abbattimento della quercia, chiedendo che il progetto potesse essere rivisto di modo da mantenere in vita l’albero e impattando il meno possibile sui filari attorno ai campi sportivi. Richiesta arrivata anche dalla Consulta del verde, interpellata sulla materia.
La Provincia ha però deciso di proseguire il proprio iter e ha fatto ricorso al Tar, vincendolo. La sentenza fa riferimento a un capitolo specifico del Regolamento comunale del Verde che permette in via eccezionale, laddove vi siano elementi di “straordinarietà” legati alla realizzazione di un’opera pubblica, interventi anche su piante di grande rilevanza come la suddetta quercia. La palestra è sì un’opera pubblica e una struttura strategica per la scuola, ma la sua progettazione poteva certamente essere pensata diversamente. Fin dall’inizio non ha tenuto conto dell’albero ed è stata sottoposta agli uffici comunali solo a progetto esecutivo già approvato.
Non posso che dirmi amareggiata per una sentenza che non tiene conto di come la progettazione dovrebbe essere inserita in un contesto ecosistemico, né di una possibile revisione delle soluzioni progettuali.
Questo purtroppo avviene ancora molto spesso, sia in ambito privato che pubblico e come Pubblica amministrazione dobbiamo e possiamo cercare di migliorare l’approccio alla progettazione: da architetto penso che il futuro delle nostre città dipenda da quanto saremo in grado di riprogettare il nostro habitat partendo proprio dalla natura.
Che significa partire dalle preesistenza del verde quando immaginiamo un nuovo edificio; partire dal presupposto che la natura è parte integrante del nostro vivere, nelle nostre case, nelle piazze e nelle strade; e avere quindi anche la forza di modificare e adattare i progetti se li pensiamo ormai obsoleti nel processo di rigenerazione della città”.
Carlotta Bonvicini – Assessora a Politiche per il Clima e Mobilità sostenibile