“… A Reggio Emilia su invito del Comune, ebbi una serie di incontri con una cinquantina di insegnanti delle scuole per l’infanzia (ex materne), elementari e medie, e presentai in forma, per così dire, conclusiva e ufficiale, tutti i miei ferri del mestiere. Tre cose mi fanno ricordare quella settimana come una delle più belle della mia vita...” cosí scriveva Gianni Rodari nell’introduzione alla sua Grammatica della Fantasia, libro edito nel 1973 “dedicato alla città di Reggio Emilia”, raccontando le giornate della Fantastica, dopo le quali prese consistenza quel progetto di un «manuale per inventare storie», diventato poi negli anni un vero cult.
Il 2024 sarà l’anno del “50+1“, occasione per celebrare l’anniversario di quel libro, punto di riferimento insostituibile per coloro, in Italia e nel mondo, che si occupano di educazione e di letteratura per l’infanzia e, contemporaneamente, proporre un calendario di appuntamenti culturali per riconoscere e valorizzare la capacità di elaborazione culturale, creativa e innovativa della città di Reggio Emilia, che negli anni è stata costantemente riconosciuta e rinnovata in ambito educativo.
L’incontro tra Gianni Rodari e Loris Malaguzzi è uno di quei “binomi fantastici” di rodariana memoria, in cui lo scrittore e il pedagogista, ognuno seguendo una propria strada, arrivano ad un comune sentire. Sorgente unica che ha generato percorsi sempre nuovi e che negli anni sono stati capaci di modificare completamente lo sguardo degli adulti sul mondo dell’infanzia.
È Rodari stesso che spiega questa corrispondenza di pensiero, quando viene invitato a Reggio Emilia il 17 aprile 1974 per una conferenza intitolata: Perché ho dedicato il mio ultimo libro alla città di Reggio Emilia.
Nell’introdurre la sua Grammatica della fantasia parla di “un’offerta di strumenti per contribuire a creare nella scuola un ruolo nuovo al bambino, un ruolo di un bambino creatore, produttore, ricercatore, invece del tradizionale ruolo passivo che il bambino ha sempre avuto nella scuola”.
Parole che risuonano familiari in questa città, che ha fatto dell’educazione uno dei propri tratti distintivi, in cui le scuole sono luoghi di sperimentazione, di invenzione democratica grazie a chi, come Loris Malaguzzi, ma anche come molti uomini e donne, amministratori, pedagogisti, insegnanti, non ha mai dubitato che l’infanzia dovesse essere al centro della polis della città.
Se ne discute venerdì 22 marzo 2024 nel convegno Come un sasso gettato nello stagno… 50 anni di cammino della Grammatica della Fantasia, a cura di Federico Ruozzi e Cinzia Ruozzi, del Dipartimento di Educazione e Scienze Umane dell’Università di Modena e Reggio Emilia, realizzato grazie al sostegno del bando PE di Unimore e di Fondazione Manodori. Il convegno che rientra nelle attività del progetto del dipartimento di eccellenza sull’analfabetismo ad alto costo sociale si terrà a Palazzo Baroni ed è aperto alla città: parteciperanno studenti e studentesse Unimore, studenti e studentesse del Liceo Ariosto e del Canossa, docenti e pedagogisti. Attraverso le voci autorevoli degli studiosi di Rodari (Pino Boero, Vanessa Roghi, Stefano Jossa, e tanti altri) si ricostruiranno i riferimenti culturali della Grammatica della fantasia, gli assi della poetica di Rodari. Verranno anche presentati i filmati conservati nelle Teche Rai dedicati alle scuole reggiane, curati da Ruozzi e Roghi.
“50 + 1 Intorno alla Grammatica della Fantasia di Gianni Rodari” è un progetto promosso dal Comune di Reggio Emilia, Istituzione Scuole e Nidi d’Infanzia, Reggio Children, Fondazione Reggio Children e il Dipartimento di Educazione e Scienze umane di UNIMORE, in collaborazione con MCE – Movimento di Cooperazione Educativa e ADI-SD – Associazione degli Italianisti-Sezione Didattica; con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna e dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna – Ambito territoriale di Reggio Emilia; con il sostegno di Iren e Fondazione Manodori, e con il contributo di Assicoop Emilia Nord e Coop Alleanza 3.0.
La supervisione scientifica è di Pino Boero, curatore di opere di Gianni Rodari, già docente di Letteratura per l’infanzia presso l’Università degli Studi di Genova e di Vanessa Roghi, storica dell’educazione.