Reggio Emilia si mobilita “Per un futuro di pace”: è il titolo scelto per l’Appello e la Marcia che la città accoglierà in centro storico nel pomeriggio del prossimo sabato 24 febbraio, giorno del secondo anniversario dell’invasione russa dell’Ucrania. Promossi in modo congiunto e paritario da tutti gli aderenti, Appello e mobilitazione si realizzano nel segno di una pace che si vuole universale e riguardano tutti i teatri di conflitto presenti nel mondo (più in basso il testo dell’Appello).
Il percorso della Marcia avrà inizio alle 16.30 del 24 febbraio a porta San Pietro, il corteo percorrerà la via Emilia fino a piazza Gioberti e da qui proseguirà lungo corso Garibaldi, poi attraverso via Farini raggiungerà piazza Prampolini dove, ai piedi della scritta ‘Cessate il fuoco ora!’, si svolgeranno alcuni interventi.
ADESIONI – E’ possibile aderire all’Appello ‘Per un futuro di pace’ scrivendo all’indirizzo mail culturadipace@comune.re.it, fino a giovedì 23 febbraio. I partecipanti alla Marcia sono invitati a esporre le Bandiere della Pace quale unico messaggio di contrasto a qualsiasi guerra e nazionalismo.
Ad oggi, hanno aderito:
Comune di Reggio Emilia
Provincia di Reggio Emilia
Amar – Costruire Solidarietà
Anpi Reggio Emilia
Asd Balliamo sul mondo
Associazione comunità islamica reggiana
Associazione comunità papa Giovanni XXIII
Associazione culturale Laboratorio delle idee Libera Università Popolare Reggio Emilia
Associazione Giorgio La Pira
Associazione Plai-Aps
Associazione Senegalesi di Reggio Emilia
Associazione Shqiponja Aps Reggio Emilia
Auser provinciale
Avvocati di Strada di Reggio Emilia
Bds Reggio Emilia
Caritas Diocesana di Reggio Emilia – Guastalla
Ceis – Centro di Solidarietà di Reggio Emilia
Circolo Arci Gardenia
Cgil Reggio Emilia
Cisl Emilia Centrale
Uil Reggio Emilia-Modena
Comitato gemellaggi, Pace e Cooperazione internazionale di Albinea
Comune di Albinea
Comune di Fabbrico
Comune di Quattro Castella
Consorzio Oscar Romero
Consulta comunale H
Cooperativa sociale l’Ovile
Donne in nero Reggio Emilia
Europe 4 Peace
Filef Reggio Emilia
Fondazione Centro Interculturale Mondinsieme
Fondazione Reggio Tricolore
Fondazione E35 per la progettazione internazionale
Gruppo Emergency Reggio Emilia
Gruppo Laico Missionario
I Care Reggio Emilia
Iscos Emilia-Romagna Ets
L’Ovile cooperativa sociale
Movimento Nonviolento – Centro di Reggio Emilia
Network delle Donne Mediatrici del Mediterraneo (Mwmn)
Operazione Colomba
Passaparola Aps
Possibile Reggio Emilia
Premio per la Pace Giuseppe Dossetti
Uisp Reggio Emilia
Volontari nel Mondo Rtm
APPELLO “PER UN FUTURO DI PACE” MOBILITAZIONE A REGGIO EMILIA IL 24 FEBBRAIO 2024
“Noi ci impegniamo per una vita di nonviolenza e riconciliazione, noi promettiamo di ascoltare con empatia e comprensione il prossimo anche quando non saremo d’accordo, noi crediamo nel potere di un dialogo onesto, noi aspiriamo a una carta universale di riconciliazione e dei diritti umani per tutti”.
Appello all’umanità delle bambine e dei bambini israeliani e palestinesi del Parents Circle Family Forum – 21 settembre 2023.
Prendendo spunto da questo messaggio chiediamo “Un futuro di pace” ed esprimiamo la nostra volontà di riunire la cittadinanza, le associazioni, le organizzazioni della società civile e le Istituzioni t nel promuovere una manifestazione a Reggio Emilia sabato 24 febbraio con ritrovo alle ore 16.30 in Via Emilia San Pietro angolo viale Monte San Michele che ci porterà in piazza Prampolini di fronte al “Cessate il fuoco ora!”.
Insieme, dietro alla sola bandiera della pace, per affermare che un futuro di pace è possibile se saremo in grado di recuperare la cultura del Dialogo e il ruolo insostituibile della diplomazia.
“Uniti nella diversità” è il motto dell’Europa; questo concetto nasce dopo la seconda guerra mondiale per sottolineare come la cultura del dialogo, che ha tenuto insieme diversità culturali, politiche, religiose e linguistiche, sia stata lo strumento che hanno utilizzato le democrazie per costruire la pace. Nel recente passato, la cultura del dialogo ha soppiantato i nazionalismi che avevano creato società che legittimavano il principio di supremazia di popoli su altri popoli e di narrazioni identitarie che hanno giustificato anche la repressione e la cancellazione di ogni diversità.
La cultura del dialogo è fondata sui principi della diplomazia e della mediazione, la democrazia ha questi come principali strumenti per abbattere muri, superare confini, riconciliare popoli e tutelare l’espressione di ogni diversità.
Mobilitarsi oggi per la pace, per il disarmo, per la nonviolenza, significa affrontare le sfide globali che abbiamo di fronte pena la distruzione dei diritti, della convivenza, delle democrazie e del pianeta. Significa che la guerra non è mai la “soluzione” ad un problema ma rappresenta essa stessa “il problema”.
In questi anni sono decine i conflitti che si sono combattuti e decine sono le guerre che si combattono anche oggi.
L’aggressione della Russia alla Ucraina ha portato la guerra nel cuore dell’Europa esattamente due anni fa. Il vile attacco terroristico di Hamas a Israele ha fatto da detonatore ad una reazione efferata del Governo di Benjamin Netanyahu che sta allontanando di giorno in giorno, l’obiettivo da noi condiviso di una pacifica e civile convivenza di due popoli e due Stati in terra di Palestina e rischia di cancellare un intero popolo.
“Per un futuro di pace” dobbiamo pertanto mobilitarci come cittadini, associazioni, organizzazioni della società civile e Istituzioni, associazioni e cittadini perché la guerra non deve essere lo strumento di regolazione dei conflitti. Ha ripreso corpo l’idea che l’ordine mondiale debba essere basato sullo scontro tra blocchi e non sulla collaborazione e la giustizia tra i popoli. Per noi la pace non è un valore astratto ma la pre-condizione per l’affermazione della giustizia sociale e l’unico metodo per raggiungerla. In tal senso va la nostra richiesta di ridurre immediatamente le spese militari a favore della spesa sociale, sanitaria, per la tutela ambientale del territorio e per una difesa civile e nonviolenta.
Va riaffermato il rispetto del diritto internazionale che non può essere sostituito dalla potenza militare, preludio della guerra globale: nella barbara “logica del più forte”, nessuno è disposto a perdere, ma nessuno ne uscirà davvero vincitore. Unione Europea e ONU devono riappropriarsi subito del loro ruolo utilizzando appieno gli strumenti della diplomazia, della mediazione e del negoziato, per raggiungere soluzioni politiche e non militari ai contrasti fra i governi.
Da Gaza all’Ucraina, dal Sudan alla Repubblica democratica del Congo sono in corso decine di guerre e conflitti che oltre a mietere vittime innocenti tra i civili e limitare la democrazia, calpestano i Diritti umani, sociali, civili e politici in tutto il mondo. La nostra mobilitazione chiede il cessate il fuoco per tutti questi conflitti, nessuno escluso, e l’avvio di negoziati a tutte le latitudini.
Abbiamo il dovere di costruire insieme una società globale pacifica, nonviolenta, responsabile, per consegnare alle future generazioni un mondo migliore di quello che abbiamo ricevuto.
Le guerre in atto, come tutte le guerre passate, separano persone, popoli e culture, in un ciclo di follia in cui si vuole affermare il pensiero della supremazia di alcuni sugli altri. In cui si afferma il diritto di alcuni con la violenza, l’occupazione, l’aggressione, la rappresaglia e si abbandona la cultura del confronto che riconosce i diritti di tutti.
Le conseguenze dei conflitti incidono anche su comunità locali apparentemente lontane dai conflitti – come il caso di Reggio Emilia. Le guerre impattano sui nostri sistemi di welfare, sull’accoglienza, hanno ripercussioni sulle nostre imprese, sui lavoratori , sulle competizioni sportive, sulle attività culturali e, anche, sulla nostra libertà di poter viaggiare nel mondo.
“Un futuro di pace” non ci si può limitare a sperarlo, bisogna avere il coraggio di pretenderlo!.
Come cittadini, istituzioni, enti, organizzazioni della società civile e associazioni ci impegniamo a:
sollecitare e sottoscrivere appelli al Governo Italiano, alle Istituzioni europee e internazionali affinché possano prevalere la diplomazia e la mediazione, la riduzione delle spese militari, la promozione della cooperazione internazionale, il rafforzamento dell’azione umanitaria e di protezione dei diritti umani
esporre ove possibile la bandiera e i simboli della pace
a sostenere e promuovere iniziative di promozione della cultura del dialogo e della pace in ambito culturale, educativo, formativo e artistico per sensibilizzare la cittadinanza
dare continuità alla mobilitazione promossa il 24 febbraio in tutte le città italiane da Europe for Peace, Assisi Pace Giusta, e a quanto già fatto e a quanto si farà insieme anche sul nostro territorio.