
In merito alle dichiarazioni diffuse da alcuni consiglieri di minoranza sull’assetto finanziario dell’Unione Bassa Reggiana, è necessario fare chiarezza, distinguendo la realtà dei fatti dalle interpretazioni distorte e dalle semplificazioni politiche.
I conti dell’Unione non sono in rosso. L’equilibrio di bilancio è garantito, le quote dei Comuni sono regolarmente stanziate nei bilanci locali, e l’Unione ha sempre adempiuto ai propri obblighi contabili. Il punto, come chi amministra dovrebbe ben sapere, non riguarda tanto il bilancio in sé, quanto la gestione della cassa. In questi ultimi due anni, tutti i Comuni dell’Unione, come moltissimi enti in tutta Italia, sono stati protagonisti di importanti investimenti legati al PNRR. Investimenti che hanno portato benefici concreti al territorio, ma che funzionano con il meccanismo della rendicontazione: i Comuni anticipano le spese con risorse proprie, rendicontano i lavori eseguiti e attendono anche molti mesi prima che lo Stato provveda al trasferimento delle risorse.
Questo sistema, che purtroppo è strutturale nei finanziamenti pubblici, produce tensioni temporanee di liquidità. Dal punto di vista contabile, ogni spesa è coperta e ogni impegno è formalmente previsto. La criticità riguarda esclusivamente i flussi di cassa, ed è comune a molti enti virtuosi del Paese.
Per garantire una gestione finanziaria più ordinata e stabile, è stato quindi deciso di suddividere la TARI in tre rate anziché due, mantenendo invariato l’importo complessivo per i cittadini. Una misura di buon senso, utile a scaglionare gli incassi e evitare ulteriori pressioni sulle casse comunali in attesa dei rimborsi da parte dello Stato. Non si tratta, come qualcuno ha scritto, di un “trucco” per far cassa, ma di una decisione trasparente, comunicata e pianificata, che anzi rafforza la tenuta dei conti pubblici.
È importante sottolineare, inoltre, che il valore di 4 milioni di euro indicato nell’articolo non trova riscontro nei dati di bilancio. Alla data del 30 giugno 2025, i trasferimenti complessivi del 2024 ancora dovuti dai Comuni all’Unione ammontavano a 865 mila euro. Proprio grazie all’operazione legata alla nuova rateizzazione della TARI, nei primi giorni di luglio si è assistito a un rapido rientro: i Comuni hanno iniziato a riscuotere la tariffa e il valore residuo si è ridotto a soli 54 mila euro. Altro che dissesto.
A tutto questo si sommano i continui tagli ai trasferimenti statali, che ogni anno riducono le risorse a disposizione dei Comuni. Nonostante ciò, gli otto Comuni dell’Unione Bassa Reggiana hanno lavorato con grande responsabilità per garantire servizi di qualità ai cittadini, contenere la spesa e cercare ogni margine possibile di efficienza. Non a caso, la nostra partecipata Azienda Servizi Bassa Reggiana ha ridotto i costi fissi dal 7% al 6%, con un risparmio complessivo per i Comuni pari a circa 150.000 euro. Anche ASP, che gestisce i servizi agli anziani, ha avviato un percorso virtuoso che porterà già da quest’anno a una riduzione dei costi a carico dei Comuni pari a circa il 20%.
Sostenere che l’Unione sia diventata un peso per i Comuni significa non conoscere, o ignorare volutamente, i numeri e la complessità della macchina pubblica. L’Unione è uno strumento di cooperazione tra enti locali, e come ogni strumento può e deve essere migliorato. Ma questo non può avvenire con il discredito e la polemica continua, bensì con proposte serie, spirito di collaborazione e responsabilità.
I cittadini meritano verità, non semplificazioni. L’Unione Bassa Reggiana continuerà a lavorare con trasparenza, rigore e visione, consapevole che le difficoltà si affrontano con serietà, non con titoli ad effetto o comunicati costruiti per fare opposizione a prescindere.
Roberto Angeli – Presidente Unione Bassa Reggiana