Quello che è accaduto alla festa di Borzano, dove un coniglio vivo è stato usato come parte di un “gioco” tra urla, calca e rumore, è inaccettabile. È bene dirlo con chiarezza: gli animali non sono strumenti di intrattenimento.
Grazie al coraggio di Stefania De Bartolo, attivista che ha denunciato pubblicamente l’accaduto, e di Martina Fioroni, intervenuta di persona sul posto affrontando insulti, spintoni e cori da stadio, questo abuso è stato portato all’attenzione delle autorità. La loro azione ha permesso di fermare una pratica che non solo è crudele, ma vietata dalla legge.
Legge Regionale Emilia-Romagna n. 5 del 17 febbraio 2005
“Gli animali, sia cuccioli che adulti, non possono essere offerti in premio o vincita di giochi, oppure in omaggio a qualsiasi titolo nell’ambito di attività commerciali, di giochi e di spettacoli. Inoltre la stessa legge vieta l’utilizzo o l’esposizione di animali di affezione come richiamo o attrazione in luoghi pubblici.”
Codice Penale, art. 544-ter:
“Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione a un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione.”
Dario De Lucia, consigliere comunale di Reggio Emilia, dichiara:
“Ho inviato una nota formale al Comune di Albinea, alla sindaca Roberta Ibattici, alle Guardie Zoofile, ai Carabinieri Forestali e all’AUSL veterinaria, segnalando quanto accaduto. È necessario che episodi del genere non si ripetano. Chiedo inoltre agli organizzatori della festa di rimuovere immediatamente qualunque gioco che preveda l’utilizzo di animali, per rispetto delle leggi e, soprattutto, della dignità degli esseri viventi.”
Non si tratta di essere “animalisti”, ma semplicemente persone civili in un Paese che ha delle leggi da rispettare e una cultura da far progredire.
Chi difende gli animali difende anche un’idea più umana di comunità.