“Sul tema sanità le paure del PD sono sempre più concrete e più si avvicina la tornata elettorale delle prossime Regionali, più non perdono occasione di mistificare la realtà”.
Lo hanno detto i consiglieri regionali della Lega Maura Catellani e Gabriele Delmonte.
“La Sanità emiliano romagnola è gestita da sempre dai signori del PD -attaccano i consiglieri regionali della Lega – ed è facile attribuire colpe al Governo, quando il PD ne è fuori.Ma i cittadini ormai conoscono questa incapacità della sinistra di assumersi le proprie responsabilità, questo PD è cosi: i fatti, quelli veri, non li raccontano mai per non rischiare di perdere consenso cioè voti. Così come ben sa chi si reca a prenotare una visita e trova le cosiddette agende chiuse”.
Delmonte e Catellani – ai quali si affianca Cristina Fantinati, consigliere comunale a Novellare e consigliere Lega in Provincia – replicano così agli esponenti del centrosinistra che in occasione di manifestazioni elettorali svoltesi nella Bassa reggiana, dipingono “i disastri sanitari come una mera colpa del Governo Meloni, è incredibile”.
Gli esponenti della Lega osservano che, a livello regionale, “la riorganizzazione della emergenza urgenza non è figlia di una scelta politica libera, ma piuttosto dall’esigenza di tentare il salvataggio di una sanità mal gestita in questi anni dal Pd. Certo, oggi rappresenta un investimento d’obbligo per riparare ai disagi causati di chi il “buco ” in sanità a livello regionale lo ha causato veramente. Il “buco” oggi non si vede, ma semplicemente perché è stato nascosto dal travaso di investimenti destinati ad altri titoli di bilancio. I numeri parlano chiaro – dicono Delmonte e Catellani – basta confrontare il bilancio preventivo e quello consultivo: la situazione nasce ben prima del 2020, ma certamente aggravata con il disastro Covid”.
Cristina Fantinati, Consigliere Provinciale della Lega, si è battuta all’Unione Bassa Reggiana con mozioni ed interpellanze già dal 2020, spronando i Sindaci del Distretto sanitario di Guastalla ad attivarsi presso la Asl reggiana per risolvere i gravi problemi legati al depotenziamento dell’Ospedale di Guastalla e alle liste bloccate per visite specialistiche, diagnostica e interventi chirurgici.
L’ospedale di Guastalla è il secondo della provincia, dopo quello di Reggio, per bacino di utenza ed importanza e non può restare fino al 2027 (come ha dichiarato la Marchesi al Consiglio dell’Unione Bassa Reggiana) con i reparti chiusi di Ostetricia, Pediatria e Punto Nascite, così come non può restare con una Chirurgia Generale a mezzo servizio rispetto alla situazione pre-pandemia. Sugli asseriti fondi stanziati per il PS di Guastalla “il milione e 500 mila euro (precisamente 1.472.540,00 per la riorganizzazione e l’ampliamento), come citato dal PD, i leghisti precisano che “non è di derivazione regionale, bensì di origine Ministeriale, e questo il PD ben dovrebbe saperlo perché all’epoca (anno 2020) era al Governo proprio con la Lega”.
Sulla casa della Comunità di Guastalla, i 4.724.561,66 “sbandierati dalla Regione sono in realtà fondi del PNRR. Sull’Ospedale della Comunità di Guastalla i 2.851.670,00 previsti sono fondi del PNRR, non della Regione. Sul miglioramento sismico Ospedale di Guastalla corpo A1: i 2.750.000,00 in ballo sono ancora fondi PNRR, non della Regione così come il miglioramento sismico Ospedale di Guastalla corpo C per 2.489.538,84 euro. Anche sulla manutenzione straordinaria della centrale operativa Territoriale 118 di Guastalla i 5.000 euro previsti sono fondi PNRR e la Regione non c’entra nulla”.
Tra gli “spot disperati del Pd” ci sono anche gli annunciati cantieri per la sanità territoriale su cui Delmonte e Catellani si dicono d’accordo, “ma chi ci mettiamo all’interno delle nuove strutture? Dove troviamo i medici? Questi soni quesiti banali ai quali però il PD non sa rispondere. E non si dimentichi, poi, che coloro che oggi intendono aprire nuove strutture, sono gli stessi che hanno depotenziato il Servizio di Emergenza Urgenza cancellando l’automedica di Guastalla e all’automedica di Correggio. Questa non è certo efficienza, piuttosto è un taglio di costi, il tutto a detrimento di ciò che più conta: i servizi essenziali ai cittadini” concludono i leghisti Delmonte e Catellani.