“Il reportage pubblicato sulla Gazzetta di Reggio relativamente alla situazione della “Zona Stazione” di Reggio Emilia racconta una storia di inciviltà intollerabile la cui narrazione è affidata ad alcuni dei residenti interpellati che esprimono rabbia e rassegnazione verso una situazione ormai ingestibile, senza che questa debba necessariamente tramutarsi in odio verso quei disperati che, come loro anche se in modo diverso, restano vittime del contesto del quartiere – scrive in una nota Luca Chierici, della Segreteria confederale della Camera del Lavoro – In questo panorama si inserisce l’arrivo in zona dei militari dell’esercito, paventato ormai da mesi, e ora applaudito da alcuni come una prima “soluzione” al problema. Come Cgil continuiamo a ritenere che tale strada (se presa da sola) non possa che considerarsi come l’ennesima semplificazione ad uso e consumo di chi vuole facili risposte a quesiti complicati. Non si risolve una situazione così complessa e stratificata semplicemente incidendo sugli effetti più visibili che rappresentano la superficie del problema”.
“Anche dal resoconto apparso sulla Gazzetta emerge come il nocciolo della questione sia prima di tutto di carattere sociale: occorre dare risposte a chi vive nel degrado non perché abbia scelto la vita da criminale, ma perché non ha alternative e si trova, suo malgrado, a tentare di sopravvivere trovando rifugio dove può – aggiunge Chierici – La dignità, la solidarietà e la comprensione non bastano più. Come non basta più l’impegno dei volontari”.
“L’inciviltà, è bene chiarirlo, non è solo dei “disperati” che dormono nei garage o urinano per strada, l’inciviltà è di chi sfrutta questa situazione e ne trae profitto, a partire dalle mafie locali mai sconfitte che hanno ancora nello spaccio e nella microcriminalità un loro business o da chi subaffitta illegalmente garage e cantine – prosegue la nota della Cgil – Serve potenziare il presidio fisso e costante delle Forze dell’ordine tra le vie del quartiere, occorre un intervento continuo di raccolta rifiuti e pulizia delle strade e dei locali comuni dei condomini da parte di Iren, non solo in occasione degli eventi all’RCF Arena. Serve dare gambe in maniera concreta al Protocollo “stazione IN”, che purtroppo pare già partire in salita a causa di resistenze di RFI verso un progetto di accoglienza che è stato ipotizzato dal Comune presso luoghi adiacenti alla Stazione”.
“Parallelamente – continua la Cgil – servono investimenti pubblici per creare dormitori, mense, assistenza sociosanitaria, intervenendo anche sulla scolarizzazione delle persone e c’è bisogno di un’offerta culturale mirata che sensibilizzi al rispetto reciproco, alla comprensione del “diverso” e alla solidarietà”.
In questo complicato quadro secondo il sindacato di Via Roma anche la Regione deve essere chiamata in causa, “perché gli affari criminali che passano da via Turri sono un’iniezione di denaro che alimenta le mafie in tutta l’Emilia-Romagna e non solo”.
“Ciò che serve davvero – conclude Chierici – è dare l’alternativa di una vita “normale” a chi vive nel degrado, non si può andare avanti con un approccio esclusivamente “emergenziale”, ma è necessario un progetto a lungo termine che incida sulle vere cause del problema e le risolva, senza nasconderle sotto il tappeto o spostarle altrove. La società civile ha dimostrato negli anni di esserci, ora tocca alla politica”.