“La scomparsa di Ermete Fiaccadori, avvenuta questa mattina all’alba all’età di 80 anni, lascia un grande vuoto nella nostra comunità. Reggio Emilia perde un uomo che ha intrecciato la sua vita con quella della città in ogni stagione della sua storia recente. Un uomo, per me un amico, che ha rappresentato fino alla fine dei suoi giorni un pezzo di storia della nostra comunità, custode di quei valori che l’hanno resa unica, quali la partecipazione, la passione democratica, la libertà e l’uguaglianza tra tutti i cittadini.

Ermete è stato un protagonista autorevole della vita civile e politica reggiana. La sua lunga militanza democratica, il suo impegno in prima persona nei momenti più delicati della nostra nostra storia, la sua presenza attiva in tante realtà associative hanno contribuito a formare il tessuto antifascista e partecipativo di cui la nostra città è orgogliosa.

Come presidente dell’ANPI ha incarnato con forza e lucidità la responsabilità della memoria: la memoria della Resistenza come impegno, come testimonianza, come sguardo rivolto al futuro. Con determinazione, ha portato l’associazione a dialogare con le nuove generazioni, ricordando ogni giorno quanto la libertà sia un bene fragile, da custodire insieme.

Porterò con me il ricordo della grande mobilitazione antifascista, organizzata insieme il 30 marzo scorso in risposta a quella della sedicente “Rete dei patrioti”. Ermete, pur già provato dalla malattia, ne è stato primo artefice: senza risparmiarsi un secondo ha coinvolto in pochi giorni migliaia di persone ed è intervenuto dal palco, con la consueta lucidità. “Veniamo spesso accusati di essere ossessionati dal pericolo della rinascita del fascismo e di vedere il fascismo anche in manifestazioni non violente che talvolta vengono dipinte come goliardiche. Ma le nostre paure non nascono da un preconcetto ma dalla attenta lettura dei fatti” disse in quel 30 marzo, ricordando il pericolo vivissimo rappresentato dalla ricostituzione di gruppi di ispirazione neofascista anche a Reggio Emilia.

Indimenticabili le tante Feste di Liberazione trascorse insieme tra Reggio e Casa Cervi. Orazioni mai banali, le sue, durante le quali non risparmiava messaggi politici attualissimi. “Oggi, dopo anni di pace, siamo di nuovo testimoni di una guerra sanguinosa in Europa e di un conflitto senza fine in Medio Oriente” disse ad esempio il 25 aprile scorso dal palco di Piazza Martiri del 7 luglio, in occasione degli 80 anni della Liberazione italiana, ricordando quanto fosse necessario e impellente il cessate il fuoco.

La sua instancabile attività civile lo ha visto impegnato in numerosi incarichi pubblici e sociali, sempre guidato da un profondo senso del bene comune. Ricordiamo Ermete come giovane assessore delle giunte dei sindaci Benassi e Bonazzi, come anima del movimento cooperativo e come dirigente del Partito Democratico.

Indimenticabile poi la sua esperienza alla guida della Reggiana, l’anno della promozione in serie A, un capitolo importante: un incarico vissuto con passione, responsabilità e un legame sincero con la città e con i suoi tifosi.