Don Gionatan Giordani è il nuovo referente del Servizio di Pastorale Giovanile e a pochi giorni dal rientro da Roma esprime soddisfazione per il Giubileo dei Giovani appena concluso.

Complessivamente dalla Diocesi di Reggio Emilia – Guastalla si sono mossi milleduecento pellegrini. Un numero molto significativo. Al di là delle cifre, ciò che più conta è il percorso vocazionale e la relazione con ogni giovane, aspetti curati dagli oltre cento educatori presenti a Roma e dai ventisei sacerdoti.

Don Gionatan condivide la responsabilità della Pastorale Giovanile insieme a don Alessandro Zaniboni, don Domenico Reverberi e una équipe di collaboratori. È presbitero dal 2014 e un mese fa, oltre all’incarico nella Pastorale Giovanile, monsignor Morandi ha nominato don Giordani anche parroco di San Pietro e Giacomo apostoli in città dopo aver trascorso gli ultimi tre anni da parroco a Correggio vivendo a stretto contatto con tanti ragazzi.

Festa e preghiera

“Desidero innanzitutto ringraziare i giovani che hanno partecipato al Giubileo, i loro educatori e sacerdoti, afferma don Gionatan. A Roma abbiamo vissuto momenti di festa e spensieratezza, ma anche condiviso messaggi importanti e preghiera. Non è scontato dedicare del tempo a una esperienza di questo tipo. Abbiamo riflettuto sulla Speranza guardandola da varie angolature: nella fragilità, nel lavoro e nel futuro”.

Nell’ot­tobre del 2024 per accompagnare i giovani della Diocesi verso il Giubileo, si è costituita una segreteria diocesana per il Giubileo dei Giovani for­mata da cinque volontari che si sono fatti carico di raccogliere le iscrizioni e in questi ultimi mesi di curare l’accoglienza a Roma di tutti i pellegrini della Diocesi. I giovani della segreteria hanno seguito ogni passag­gio – dalla logistica ai trasporti – e anche durante il Giubileo sono stati un punto di riferimento per tutti i pellegrini. È con loro e con tutto lo staff della Pastorale Giovanile che don Gionatan esprime queste riflessioni.

Speranza e attesa

“Questo Giubileo è stata una opportunità per seminare Speranza nel cuore dei giovani che sono chiamati ad abitare la Chiesa e la società di domani portando proprio Speranza e ad essere raggianti, come ci ha ricordato il Vescovo nella Messa in San Pietro”.
Ripensando al Giubileo, don Gionatan non può fare a meno di ricordare gli imprevisti ma anche lo stupore e la gioia per il cammino dei tanti giovani incontrati. “Esperienze di questo tipo chiedono ai giovani di lavorare su attesa, pazienza e adattamento. Credo che i ragazzi siano riusciti ad andare oltre la fatica dei disagi, a dare valore all’amicizia e a mantenere un clima sereno e di festa nonostante gli inconvenienti che una partecipazione così numerosa porta con sé. In una quotidianità fatta di risultati, perfezione e ‘tutto e subito’ è importante per i giovani saper vivere l’attesa con pazienza”.

Silenzio

Un ultimo punto che la Segreteria desidera sottolineare riguarda il silenzio. “Nella veglia a Tor Vergata i giovani hanno vissuto un momento di preghiera silenziosa con Papa Leone XIV. È stato l’apice di una settimana costellata da altri momenti di questo tipo. Siamo immersi in una quotidianità fatta di tante parole e stimoli di ogni tipo e dove per essere notati bisogna esprimersi, dire qualcosa. È importante imparare il tempo del silenzio perché, come insegnano i profeti e la Bibbia, è proprio nel silenzio che maturano e si imparano parole vere. Parole che possono portare dei cambiamenti, parole che sono segno di carità e di pace, autentiche e profonde. Nel silenzio si impara anche a lasciare spazio all’altro ovvero alla voce di Dio. Imparare a vivere il silenzio è importante per i giovani e per gli adulti di domani”.