
In un clima di crescente preoccupazione, il Bosco Ospizio emerge come uno dei simboli del patrimonio verde locale, ospitando nidificazioni di specie protette, un sistema vivente complesso e permanente, composto da flora e fauna catalogate da botanici ed agronomi “È un bene prezioso, che non può essere sacrificato a interessi economici o a una gestione amministrativa poco efficace”, dichiara Karin Silvi, sottolineando l’urgenza d’interventi concreti.
Il membro del direttivo di Coalizione Civica fa notare un parallelismo importante: “Secondo un articolo del Corriere della Sera, a Pietralata, Roma, la situazione è esplosa: i residenti, stanchi di una gestione che metteva in pericolo il loro patrimonio verde, si sono mobilitati e hanno contrapposto una forte opposizione alle manovre rischiose dell’amministrazione locale. “Ciò che va assolutamente sottolineato “dichiara Karin Silvi, che prima dell’attivismo politico è dottoressa all’università di Fisica di Bologna presso la facoltà scientifica di Astronomia e astrofisica “è l’intervento del presidente regionale degli agronomi con decisioni decisive per salvaguardare l’area. Ha infatti dato una vera e propria definizione SCIENTIFICA di bosco a quell’ettaro e mezzo conteso (il bosco ospizio conta circa quattro ettari). Le parole testuali di Corrado Falcetta sull’area sono infatti” «questo spazio è un sistema vivente complesso e permanente, tale da sviluppare un ecosistema in grado di autorigenerarsi». Di conseguenza «l’area è un nucleo paesaggistico rilevante». “
Aggiunge :”Qui a Reggio Emilia, la situazione è altrettanto delicata. Il supermercato Conad e un approccio amministrativo, finora perentorio e immobile, mettono a repentaglio il destino del Bosco Ospizio, nonostante l’area sia già stata studiata, catalogata e documentata da botanici e agronomi. Le specie vegetali protette, le nidificazioni e il sistema ecologico integrato rappresentano dati tecnici e naturali che dovrebbero garantire una gestione attenta e sostenibile del territorio” incalza “Dalla Direzione Regione Emilia-Romagna Settore Aree Protette, Foreste e Sviluppo Zone Montane mi è stato sottolineato il fatto che la definizione di Bosco è in pancia alla amministrazione locale”
Quindi Karin Silvi lancia un appello diretto: “Se a Roma il coraggioso intervento dei cittadini e il sostegno del presidente regionale degli agronomi hanno impedito un disastro ambientale, qui dobbiamo vedere lo stesso impegno. Le istituzioni locali e regionali, insieme al presidente degli agronomi dell’Emilia Romagna, devono agire per salvaguardare il nostro patrimonio ambientale. Una definizione di Bosco è stata efficientemente data nel Lazio, se si decide di usarla anche a Reggio Emilia per una situazione boschiva che è più che analoga nelle caratteristiche, una possibilità per il verde esiste.”
Conclude: “Il Bosco Ospizio non è solo un’area verde: è un simbolo della lotta quotidiana di chi crede nella tutela del nostro patrimonio naturale. La vicenda, in chiave parallela con l’episodio romano, invita a riflettere sulla necessità di un impegno condiviso che vada oltre le buone intenzioni e si trasformi in azioni efficaci e tempestive. Il messaggio è chiaro: la comunità ha il potere di cambiare le cose, ma è necessario che le istituzioni comprendano e sostengano questa urgenza.”
Con l’occhio rivolto verso un futuro in cui la salvaguardia degli spazi naturali diventi una priorità ineludibile, l’appello di Karin Silvi è nella speranza che il caso di Roma possa offrire un modello da seguire anche qui a Reggio Emilia.