Ciao partigiano Alì! Ciao caro concittadino Giglio Mazzi. Reggio Emilia è orgogliosa di averti tra i suoi figli. Fai buon cammino sui sentieri dei Gappisti, con il tuo volto aperto e schietto sferzato dal vento della Liberazione oggi come nel ’45. Sì, oggi come allora, perché la gente come te nella sostanza non cambia mai, per nostra fortuna non è mai cambiata. E non si perde mai, perché i sentieri della vita scelti sono quelli giusti, dall’inizio alla fine, con il giusto punto di partenza, l’antifascismo, e il giusto punto di arrivo, la democrazia, la libertà, la Costituzione della nostra Repubblica.
Quanto dobbiamo alla tua generazione! Un debito che potremo onorare soltanto custodendo e moltiplicando mille volte questa vostra eredità, nella pace, nel riconoscimento reciproco personale e dei diritti individuali e collettivi.
Te ne sei andato in punta di piedi, a pochi giorni dalla commemorazione dei Martiri del 7 Luglio: compagni cittadini, fratelli partigiani. Eri estroverso, di grande spirito, di temprata forza, di intelligenza brillante, dotato di una sintesi folgorante quando volevi farti capire, far intendere il senso robusto e irrinunciabile dei tuoi racconti, dei tuoi ragionamenti.
Ma non facevi sfoggio delle tue scelte, del tuo sacrificio fino a un passo dalla morte quando i fascisti ti spararono sulla via Emilia dalle parti di Ospizio, dove operavi. Non hai mai ‘usato’ la Resistenza per celebrarti, bensì per celebrare la Libertà di tutti.
Eri un testimone. Sei stato un testimone dall’inizio alla fine di quel sentiero, un cammino di ben 97 anni, prima come combattente della Resistenza a soli 17 anni, poi come ricostruttore, assieme alla tua generazione umile e fiera, del nostro Paese e della nostra Città: segretario dell’Anpi di Ospizio, impegnato come dirigente nella cooperazione, poi direttore amministrativo delle nostre Farmacie comunali riunite, quelle nate 120 anni fa per dare farmaci e curare gratis la gente povera.
Eri l’ultimo partigiano del distaccamento Katiuscia della 37^ Brigata Gap ‘Vittorio Saltini’, dove Gap sta per Gruppi di azione patriottica, dove la Patria tornava ad essere terra dei padri, dove Patria tornava ad essere madre, non bieca matrigna come vent’anni di dittatura avevano prima insinuato e poi imposto agli italiani. E come inossidabile Gappista sei infine diventato amico dei nostri ragazzi e ragazze, che mille volte, fino a una manciata di tempo fa, ti hanno ascoltato.
Hai raccontato cose grandi in maniera semplice. Con te, caro Giglio, si poteva pensare che essere partigiani antifascisti nel pieno della barbarie nazifascista fosse una cosa normale, quotidiana, autentica. Ed era, ed è giusto pensare così, perché per voi, per te e per i tuoi compagni partigiani e per tutti gli antifascisti era ‘normale’ essere così. Costava tanto, anche la vita, ma era normale, perché ne valeva la pena. Avete avuto il coraggio e la lucidità di testimoniare che ciò che non era normale era quel che circondava e pervadeva tutto, il regime fascista.
Quel vento sul tuo volto soffia ancora in profondità, nei cuori e nelle menti di ogni cittadino democratico, di ogni insofferente ai soprusi e alle tirannie, di ogni persona libera.
Desidero esprimere il cordoglio mio personale e dell’Amministrazione comunale alla signora Dea, per 65 anni moglie i Giglio, ai figli e agli altri famigliari, a quanti – tanti e di diverse generazioni – hanno conosciuto, amato e ammirato il nostro partigiano Alì.
Marco Massari – Sindaco di Reggio Emilia