Il consigliere Giovanni Tarquini ha affermato che l’assessora Marwa Mahmoud “fa scempio delle nostre istituzioni”. Le parole contano. Le parole sono pietre. Le parole raccontano spesso di una politica che non si confronta, ma colpisce distorcendo il significato delle parole.

Istituita dal Parlamento nel 2024 oggi, 20 gennaio, si celebra la Giornata del Rispetto. Queste parole non solo mancano di rispetto alla verità, ma sembrano pronunciate per alimentare divisioni e incomprensioni all’interno della nostra comunità usando strumentalmente un pensiero garbato che unisce e valorizza le differenze.

L’assessora Mahmoud ha richiamato al “pluralismo” di uno Stato di diritto laico e aconfessionale, come sancito dall’articolo 8 della Costituzione italiana, che garantisce la libertà di professare la propria fede religiosa senza discriminazioni.

Questo non significa rinnegare le nostre radici culturali, ma riconoscere la necessità di un dialogo interculturale che promuova la coesistenza pacifica e arricchisca la nostra società. Stravolgere parole e alimentare scontri di civiltà attraverso il credo di ciascuno è scorretto, antistorico e profondamente ingiusto.

Abbiamo bisogno di credere nella forza dell’umanità senza crogiolarsi in passati gloriosi, ma impegnandoci a costruire presente e futuro ove tutti i simboli universali di sacrificio e pietà, compassione e perdono abbiano cittadinanza di fronte ad un panorama internazionale che faticosamente cerca di ritrovarsi.

In contesti prevalentemente maschili del potere pubblico e della rappresentanza istituzionale, la presenza e l’impegno delle donne apportano una forza emancipativa e innovativa originale che incrocia resistenze ataviche. Le supereremo con una “rivoluzione gentile” che contribuisca a costruire una comunità più inclusiva e rispettosa delle diversità, facendo la differenza anche nella nostra città.

Roberta Mori – Presidente PD Reggio Emilia